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Ogni genere diventa il mio genere, questa è la mia filosofia con la musica. Intervista a Stoma Emsi

Ogni genere diventa il mio genere, questa è la mia filosofia con la musica. Intervista a Stoma Emsi

1 – Benvenuto sulle pagine di Atom Heart Magazine. Ci racconti un pò del tuo nuovo disco? Anzi facciamo così, dimmi perché si chiama Panta Rei?

Innanzi tutto grazie per lo spazio dedicatomi. “Panta Rei”… tutto scorre: il titolo del disco è nato scrivendo e producendo l’omonimo pezzo. In tutto il prodotto cerco di scrivere e descrivere la realtà, o meglio, la mia realtà quotidiana, lo scorrere del tempo, la fatica del lavoro, la vita del quartiere in cui vivo, l’amore e, perché no, il divertimento sempre circondato da amicizie vere e non circostanziali. Più che un disco lo sto definendo un “viaggio” che accompagna l’ascoltatore nel mio universo parallelo fatto di suoni e parole. Sono molto fiero di questo disco perché qui potete trovare tutte le mie “personalità”: dal rap più crudo al pezzo più romantico fino ad arrivare a pezzi più futuristici trap e grime

2 – E la copertina cosa dice del progetto?

La copertina l’ho affidata a un vero e proprio artista, oltre che un amico: Bod. (Brianzolo, grafico e illustratore di tavole da skateboarding ). In realtà questa domanda sarebbe da fare a lui perché ciò che vedete è il risultato delle sensazioni che ha provato dopo un ascolto dettagliato del disco.

La copertina è molto d’impatto: il busto di Eraclito blu su uno sfondo rosso fuoco per creare un effetto quasi elettrico e lettere grandi con un font retrò . Ovviamente ci siamo confrontati durante la produzione, ma posso dire che mi sono affidato completamente a lui, alla sua mano impeccabile e soprattutto alla sue sensazioni.

3 – Questo disco esce con Street Label Records. Come vi siete messi in contatto? Che progetti avete come team?

Prima di entrare in Street Label Records ero uno dei tantissimi “artisti emergenti” disorganizzati che faceva musica senza darsi obiettivi. Più o meno due anni fa mi misi in contatto io stesso con l’etichetta, sapendo come lavorano nel panorama musicale rap/indie, mandando una demo di qualche pezzo che avrebbe poi fatto parte di PantaRei. Si è instaurato fin da subito, seppure a distanza, un rapporto genuino e cooperativo stupendo, avendo a che fare con gente professionista che crede davvero in me e nelle mie canzoni. La cosa poi è venuta da se in modo molto naturale, ma se posso anche molto professionale. Daniel mi da degli ottimi consigli e mi spinge davvero tanto e questo mi fa essere fiero di S:L:R:

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4 – Torniamo un attimo a Panta Rei. Dal punto di vista del genere, tu come lo definiresti?

Questa è la domanda che più temo da sempre e che quando me la fanno rispondo “ tu come mi definiresti?”o “il mio genere? StomaEmsi..”! Ho sempre ascoltato tanti generi musicali anche diversissimi tra loro ( dal rap al Metal..) e nella mia vita ho avuto la fortuna di sperimentare tantissimo, soprattutto prima di iniziare a comporre rap, avendo fatto anni come batterista e percussionista. Non ho un genere preciso ma se devo racchiudermici in uno, posso dire BLACK MUSIC

In un mio disco puoi ascoltare reggae, Dancehall, soul, rap, grime, trap però riveduti con la mia chiave personale. Ultimamente ho scritto “ogni genere diventa il mio genere” e questa è la mia filosofia con la musica, farla ma farla bene evadendo il concetto di genere, ma mettendo in ogni componimento 100% stoma e infinito % Mirko.

5 – Un anno fa era uscito un singolo che si chiama Illegyal 2.0. Era il primo pezzo che annunciava il disco. Da allora a oggi cosa é successo invece?

Da allora ne sono successe di ogni (..) In realtà il disco sarebbe dovuto uscire esattamente un anno fa…11/11/19. Sicuramente il rallentamento dell’uscita é dovuto al fatto che io mi auto produco: scrivo i testi, compongo i beat (strumentali) e mi dedico alla parte di mix e master, quindi ci ho dedicato davvero tantissimo tempo a rivedere testi suoni e mix, il tutto ovviamente tra Covid, lavoro e vita quotidiana. Altro aspetto che ha “rallentato” l’uscita è sicuramente la paranoia di non essere all’altezza. Non immagini quante ore ho passato a riascoltare le tracce, riaprire i progetti e perché no … emozionarmi fino a piangere, poi però sono riuscito a uscire da questo “tunnel” spinto anche dall’etichetta e dagli amici. Ho voluto aspettare anche per un altro motivo molto più personale: purtroppo l’11 agosto del 2018 mio padre lasciò questo mondo … io sono nato l’11 ottobre … volevo che le due date diventassero una sola: 11-11-2020

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6 – Qual’é al momento il feedback della gente su Panta Rei? Sei felice o ti aspettavi qualcosa di diverso?

Devo dire che non mi aspettavo tanto consenso e condivisione, come ho detto prima sono una persona paranoica dal punto di vista musicale e ammetto che non mi aspettavo proprio nulla: ho fatto uscire il disco paragonandomi un po’ Van Gogh (uno dei miei pittori preferiti) che ha dato la vita per la sua arte, arrivando a impazzire e che solo dopo la sua morte è stata rivalutata. A 35 anni, dopo anni e anni in questo ambiente, ho imparato un po’ le dinamiche del rap italiano e chi mi conosce sa bene che sono sempre andato controcorrente, o meglio, mi sono fatto la mia strada senza dover seguire per forza stili e attitudini di altri. Panta Rei sta viaggiando bene, ogni giorni mi fanno complimenti, condividono i miei pezzi e mi pubblicizzo in tanti siti … grazie a tutti! Però…MI MANCA SUONARE LIVE!!!!

7 – Farai uscire altri video legati al disco?

La mia vita è un eterno punto di domanda. Sicuramente ho in ballo qualche video, nulla di sicuro.

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Sono un pò un nostalgico dei vecchi tempi quando uscivano pochi video ma tantissimi dischi singoli e mixtapes, e …sbagliando lo so.. non do sempre tanta importanza all’immagine come dovrei, soprattutto ora che l’immagine è quasi tutto. Qualcosa in ballo c’è, i budget sono quelli che sono, ma sicuramente ora penserò alla parte video del disco, anche se ho sempre preferito suonare e non apparire.

8 – Come ultima domanda, anche se so che sembra strana alla fine, diresti ai lettori di Atom qualcosa di te artisticamente?

Ho sempre vissuto in mezzo all’arte, da piccolo guardavo la luna e mi mettevo a canticchiare i pezzi di Celentano che ascoltava mio padre, ho sempre e solo frequentato gente che ha sensibilità artistica e che vuole lasciare un’impronta in questo pianeta. La mia arte è la mia stessa vita, nei miei pezzi trovate MIRKO sotto un altro nome ma sono io, non il personaggio costruito per abbindolare e ammaliare. Penso di essere hiphop al 100% anche se in un mio disco non troverete mai due pezzi simili, ogni disco è un universo e i pianeti sono le canzoni che ne fanno parte. Buon viaggio …

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