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Intervista a Neo Garfan

Neo Garfan, al secolo Antonello Garofalo, è un cantautore italiano. Si avvicina giovanissimo al mondo della musica grazie allo zio, Ignazio Polizzy Carbonelli, già affermato produttore. È proprio nel suo studio che prendono vita le prime canzoni. Dopo tante collaborazioni musicali in Italia (Daniele Stefani, Riccardo Cocciante Silvia Aprile, Luca Napolitano) e una cooperazione con Nicolò Fragile, la sua attività live lo porta all’estero per diversi anni, tra Russia, Stati Uniti, Inghilterra, Spagna, Africa e Germania non prima però dell’opening act al concerto di Zucchero allo Stadio San Siro di Milano. Esce ora il suo nuovo album Suoni dalla Luna, preceduto dai singoli Al di là del limite e Caduta libera.

Ci racconti la genesi dell’album Suoni dalla Luna?

E’ stata una lunga gestazione, tra scrittura, produzione e missaggio è durata 3 anni. Ho amato ogni momento di questo percorso, anche i momenti più difficili e dolorosi. Persone fantastiche mi hanno accompagnato e reso questo album migliore di quanto potessi sperare. Daniele Ferreri ed io abbiamo prodotto le 10 tracce misura per misura, lavorando (notte e giorno). Pierangelo Ambroselli ha curato i missaggi ed è stato come un prolungamento della produzione stessa, Pier ha un approccio molto creativo in questa fase, riesce a mettere in discussione l’intero brano se vuole arrivare a quello che ha in testa. Vorrei citare tutti quelli che hanno contribuito, Sebastian Marino straordinario musicista, Francesca Debri che ha diretto i miei videoclip, sono molti e non vorrei diventare noioso con gli elenchi.

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Cosa pensi dei social, conta di più il bottino dei like o un buon disco?

La domanda sembra darsi una risposta… In teoria una cosa non dovrebbe escludere l’altra, anzi dovrebbe essere una naturale conseguenza. La logica della rete associata alla natura umana non rispetta questa equazione, le persone non sono più attratte dalla qualità, generare like e traffico è molto più semplice con contenuti d’impatto, molto brevi e che non prevedono l’attivazione del cervello.

Fare musica ha qualche lato negativo?

Il rapporto che ho con la musica e con la sua produzione dà senso alla mia vita.  Ho compreso negli anni che aspettarsi qualcosa in cambio è un errore, lo scambio è già avvenuto durante la creazione. Sentirsi inascoltati è doloroso ma un artista è sufficientemente egocentrico per dare la colpa a tutti meno che a se stesso.

Cosa ne pensi dell’attuale business musicale?

Ha poco a che fare con la musica. Mi domando cosa farebbe oggi Lucio Battisti e mi vergogno all’idea che sarebbe ignorato. Gli addetti ai lavori hanno abdicato al ruolo di selezionatori ed educatori, si giustificano credendo di assecondare le tendenze quando in realtà le creano, le promuovono, le odiano ma fingono che non sia così. Lasciare che siano i ragazzini a decidere cosa va bene e cosa no ha distrutto ogni speranza di migliorarci. Secondo questa logica potrebbero decidere da soli anche cosa mangiare, se andare o meno a scuola ecc… la cultura è una responsabilità che attiene ai media e agli organi di diffusione. Queste sono colpe storiche delle quali nessuno alla fine si assumerà la responsabilità.

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Il video del singolo Caduta Libera parla del sogno di ognuno di noi di volare. Ma volevi dire altro con il brano?

Il sogno di volare è certamente rappresentativo, incarna in sé l’iconografia della liberazione, dell’emancipazione dal dolore. Il piccolo aviatore nel video rappresenta quella parte di noi che non si arrende, si attrezza per raggiungere una visione, è il suo unico scopo.  Credo che il senso della vita risieda nella speranza di diventare qualcosa, sbocciare in un essere migliore in grado di sorprendere noi stessi.

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