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Contro i papà

Foto di Giusva Pulejo

L’amico Giusva Pulejo è stato, mercoledì 30 novembre, alla presentazione del libro “Contro i papà”, l’ultimo edito dal giornalista e scrittore Antonio Polito. Sul suo blog #oltre140 ha fatto un breve racconto dell’incontro, svoltosi al Circolo della Stampa Estera di Roma, cui hanno partecipato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, il giornalista e presentatore Rai Giovanni Floris e Paolo Mieli, giornalista e presidente di Rcs Libri.

Un parterre scelto non a caso da Polito, soprattutto per quello che riguarda il Ministro, sovente al centro delle polemiche per le sue uscite sui giovani. Ma non solo, perchè l’attività messa in campo dalla Fornero nel corso di questo anno di governo si è concentrata particolarmente sul rapporto tra le generazioni presenti, future e quelle passate. Modificando il cosiddetto “patto generazionale” che per decenni ha regolato la società italiana.

“Contro i papà”, seppure per vie diverse, va ad analizzare le dinamiche che regolano oggi le relazioni tra genitori e figli, anche scavando su temi educativi molto affini alle “gaffe” di Elsa Fornero: “far fare ai figli ciò che desiderano, educandoli al raggiungimento degli obiettivi, prima scolastici ed universitari e poi professionali, attraverso i sacrifici quotidiani, secondo un principio meritocratico, che nella società moderna sempre più difetta” – per usare le parole di Giusva.

E’ quindi un monito per quel brutto “vizio di viziare”, passatemi il giochino lessicale, attraverso cui molti genitori (“non esclusivamente padri”) allevano figli che Polito ha definito “babboccioni“, piuttosto che “bamboccioni”. Perchè pretendono di crescerli “a proprio uso, immagine e somiglianza”. E con viziare, Polito intende anche la pratica che porta i genitori a cercare un lavoro ai propri figli partendo dall’unico assunto che essi hanno conseguito una laurea. Con buona pace del merito e delle capacità effettive, oltre che dei loro stimoli alla conquista e al sacrificio.

Ecco, proprio questa cruciale lacuna educativa delle ultime generazioni di padri (e madri) sembra essere il cardine della critica di Polito. Tant’è che il racconto di Giusva si conclude così: “Insomma, un libro contro tutti quegli italiani che preferiscono fare “gli indivanados” , ossia i rivoluzionari da sofà e che dallo stesso salotto, senza fare una mossa propria, aspettano un cenno divino, magari proveniente dai propri genitori”.

Foto di Giusva Pulejo

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