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Chi è Shamsia Hassani, prima street artist di Kabul

Shamsia Hassani è la prima street artist donna dell’Afghanistan. Attraverso le sue opere, si oppone ai talebani, ritraendo donne in netto contrasto con i loro ideali

Shamsia Hassani

Nelle ultime settimane i social si sono mobilitati per amplificare la voce di Shamsia Hassani, la prima street artist afgana, che con le sue opere si oppone all’oppressione delle donne afgane e attacca i talebani. Nei suoi lavori, Shamsia ritrae donne avvolte nell’hijab mentre suonano, cantano e ballano, ribadendo il loro diritto di esprimersi come esseri umani.

Shamsia Hassani e la libertà delle donne

Le donne che Shamsia Hassani rappresenta, emanano grazia e femminilità. Sono personaggi che mostrano un ideale di donna in netto contrasto con l’idea dei talebani. “Voglio dimostrare che le donne sono tornate nella società afghana con una forma nuova e più forte”, ha spiegato Hassani ad Art Radar. “Non è la donna che sta a casa. È una donna nuova. Una donna piena di energia, che vuole ricominciare”.

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La sua storia

Shamsia è nata in Iran, nel 1988. Lì i suoi genitori erano emigrati a causa della guerra. Nel 2005 è rientrata nel suo Paese e ha studiato arte all’Università di Kabul, per poi divenire professore associato di scultura. Nel dicembre 2010 ha partecipato a un corso organizzato a Kabul da Combat Communications, dove ha appreso l’arte dei murales da Chu, un artista del Regno Unito. Fin da subito ha iniziato la pratica della street art sui muri delle case nelle strade di Kabul.

I suoi lavori hanno per soggetto le donne, quasi sempre senza la bocca. Ogni murales è iniziato e concluso nell’arco di appena 15 minuti, per evitare molestie. Sottolinea che non sono lavori islamici e che hanno l’intento di opporsi all’oppressione che le donne afgane sono costrette a subire ogni giorno.

Nel tempo i suoi post sono diventati virali sui social. In particolare un collage, ricondiviso centinaia di volte, nel quale si legge la scritta “Sono opere di un’artista Afghana, si chiama Shamsia Hassani. Se le facciamo girare, sarà come dare voce a lei ed a tutte le #donneafghane che stanno vivendo l’inferno!”.

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Pochi giorni fa ha pubblicato su Instagram un’opera intitolata “Death to Darkness”. Rappresenta il vaso con la “speranza” caduto a terra. Non è rotto, perché esiste ancora la possibilità di raccoglierlo e rimetterlo in piedi. L’opera è una sorta di preghiera d’aiuto per il suo popolo e per le donne afgane, affinché abbiano la forza di non rinunciare alla propria libertà.

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