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La Band del Brasiliano: “il pubblico siciliano è… UO”

Nell’immaginario comune di qualsiasi essere umano che viva in Italia, il 7 Febbraio è una sera fredda, spruzzata di pioggia qui e lì, con nessunabrasiliano fiati nota di particolare piacere che vada oltre un piumone caldo e un pensiero felice tra le pupille. Ma, come canonicamente accade, il pensare generico viene smentito: nel nostro caso, è stato smontato in maniera magistrale. Come di consueto, la terrazza del 33 di Via Crocerossa piano piano si fa culla del brusio che il conversare con piacevolezza porta con sé. Qualche goccia dal cielo per nulla presuntosa non intimorisce due giovani donne accomodatesi all’ultimo tavolino dell’avamposto, intente a sorseggiare una birra ghiacciata e a disquisire di fine filosofia da bar.

Già è l’8 Febbraio quando un rythm che ricorda l’intramontabile Superstition di Stevie Wobrasiliano simpaticinder attraversa i vetri del Retronouveau: la reazione che scaturisce dalle sonorità della Nord Electro 4D è l’inevitabile moto delle caviglie in direzione del palco. Sul suo legno, sei a fronte degli otto musici de La Band del Brasiliano si distinguono per le loro camicie, crogiolo di tinte unite e fantasie microromboidali. Salta subito all’orecchio il perfetto assestamento fra trombone e sassofono, intervallato da scivolate altalenanti tra tasti neri e bianchi e battute di charlie convincenti. Colui che imbraccia la chitarra essenziale, dalla smorfia di approvazione che assumono i suoi baffi, gode del wah-wah definito e pulito di una baby che monta pick-up dalla corposità di altri tempi, così come la voce che proviene dalle sue corde vocali, a cui corrisponde il basso sostenuto, rigoroso e galante nella scelta delle linee che il suo esecutore, con gli occhi sospesi in un’altra dimensione, produce.brasiliano trombone Tra le anche sorridenti che iniziano a snodarsi tra gli astanti, apprezzamenti di ogni tipo volano come petali di una margherita sottoposta alle torture d’amore di un languido innamorato: brasiliano batteristasulla lucentezza dei solo di trombone, sul calore della vocalità, sull’ingrovigliamento dei tasti in armonie strabilianti e cangianti, sulla costanza del basso, sulle virate di sassofono, sulla limpidezza della chitarra, sulla poderosa presenza di una cassa piccola ma efficace e obbediente al piede del batterista, sul batterista stesso. brasiliano tastiere

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Le sonorità che attraversano le tredici tracce di Vol. 1, primo di una lunga seria (auspichiamo) di lavori, sono delle più multiformbrasiliano completii e mescitate: i riferimenti ai polizieschi, alle atmosfere anni ’70 sono ben palpabili nel vortice suggestivo di prog e funky, con tratti romantici ed evocativi. Un bell’album, più da ballare che da descrivere. La band del Brasiliano, nonostante le dolorose (per il pubblico) assenze di alcuni membri, si mostra come una formazione sicura, divertita, appassionata, lucente: non resta che augurarsi che questo sia il primo volume di un’Encyclopédie ricca e varia per le trame stimolanti che la contraddistinguono.

A chi c’era ricordiamo il brivido del sorriso che la musica importante suscita, ai musicisti, la gratitudine già manifesta e, a chi non c’era, suggeriamo di porre ammenda con tempestività. La bellezza non merita attesa.

brasiliano trioFoto di Mauro Kuma

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