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#Italia2013, la rubrica sulle elezioni politiche e il progetto di Giuseppe Pulejo

L’immagine del profilo @openpolitica su Twitter

Mancano ormai poco più di tre settimane alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. Votazioni quantomai importanti, perchè la prossima sarà una legislatura fondamentale e delicata per le sorti del Paese nei confronti della crisi socio-economica da cui agognamo l’uscita.

Siamo all’indomani di un governo tecnico che ha ridato credibilità internazionale all’Italia e ne ha evitato il baratro del fallimento, ma ha utilizzato misure eccessive e poco eque sotto il profilo della pressione e della distribuzione fiscale; intervenendo in maniera non altrettanto decisa sul fronte dell’efficientamento della spesa pubblica. Certo non si poteva chiedere a Monti di riparare in un anno ai danni di trenta, ma certamente non ha pienamente soddisfatto anche le aspettative più equilibrate. Insomma, considerando tutta la situazione, la natura del suo ruolo e la sua caratura, poteva fare di più e meglio.

Adesso tocca nuovamente alla politica, nella quale si è calato anche il Presidente del Consiglio dimissionario con forme e risultati opinabili. Ecco, le opinioni. Sono queste che ci interessano, nel trambusto di una campagna elettorale di basso livello, forse la peggiore della nostra seppur breve storia democratica: pochi contenuti, tanto populismo e facili promesse. Come si stanno districando gli elettori in questa giungla (più che campagna) elettorale? Chi, come e perchè hanno deciso di votare? O perchè non l’hanno ancora fatto, cosa serve loro e cosa attendono per farlo?

I sondaggi sono numeri, certo indicativi, ma spesso anche contraddittori gli uni con gli altri. Sono dati quantitativi, mentre sarebbero interessanti anche dati qualitativi. I perchè, le opinioni, appunto. Così, da qui al fatidico “silenzio” che precede le urne, intervisteremo due elettori, un uomo e una donna, per ciascun candidato; faremo lo stesso anche con due indecisi e con due che opteranno per l’astensione. In questo modo intendiamo permettere ai lettori di confrontarsi con alcune “ragioni campione”, stimolando, magari, dibattiti e riflessioni.

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Vogliamo iniziare oggi da chi della campagna (anzi, della giungla) elettorale si sta occupando in maniera innovativa attraverso l’uso di Twitter, strumento diventato ineliminabile per gli addetti ai lavori, a vario titolo, della politica. La nostra rubrica #Italia2013 richiama infatti un progetto (il primo, a scanso di successive imitazioni) che Giuseppe, detto Giusva, Pulejo ha creato su Twitter per seguire le vicende elettorali e informare al riguardo i cittadini-utenti.

Giusva, qual è stata l’idea originaria che ti ha spinto a creare #Italia2013?

Da sempre ho la passione per la politica, quella equa e giusta, per intenderci; a questa, unisco le competenze createmi nel campo della comunicazione, in particolare quella politica. Così, ad inizio dicembre 2012, ho fiutato l’idea che non ci fosse un contenitore sul web che raccogliesse in modo imparziale le voci della politica nostrana.

#Italia2013 è l’hashtag che ho creato il giorno della nascita di @openpolitica, che è l’account di riferimento su Twitter. Non ho voluto aprire in questa prima fase un sito internet, perché non rientrava tra gli obiettivi inziali. Twitter è quanto di più democratico possa esistere. Lo scopo originario, e oggi immutato, è quello di dare voce e spazio a tutti gli schieramenti politici, inglobando, soprattutto, il pensiero collettivo di migliaia di persone, ossia di coloro che poi a febbraio si recheranno alle urne per decidere le sorti del nostro Paese.

Come funziona #Italia2013? Lo gestisci da solo o hai coinvolto altre persone?

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Io ho ideato l’iniziativa, la coordino e gestisco su Twitter, ma non sono solo. Mi affiancano alcuni collaboratori di mia fiducia sparsi per l’Italia, prevalentemente persone dietro al potere –come amo definirle- spin-doctor e un paio di giornalisti, per avere sempre le notizie di prima mano, in modo diretto, senza filtri.

Sulla gestione del retweet siamo rigidi: scremiamo le notizie più rilevanti, diamo priorità ai tweet con l’hashtag #Italia2013, ma possiamo anche retwittare tweet con hashtag differenti, purchè scrivano di politica in modo costruens. Uno dei compiti che ci siamo dati è anche quello di far riavvicinare la gente alla politica, in maniera consapevole.

Che riscontri avete da parte degli utenti? Percepisci l’utilità del progetto rispetto ai fini con cui l’hai creato?

Sono estremamente soddisfatto, essendo una piattaforma nata solo su Twitter, ha già raggiunto tantissimi cittadini, persone esclusivamente interessate alla politica, tra cui tutti i leader e/o esponenti di prima fascia delle varie coalizioni. Tantissime sono le mention ed i messaggi diretti che arrivano ad @openpolitica per ringraziarci del lavoro svolto e di essere sempre sul pezzo, in modo imparziale, cosa che –per diversi motivi- non fa nessun altro.

#Italia2013 finirà con le elezioni o proseguirà anche dopo? In che modo?

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#Italia2013, inteso come hashtag da me creato e, tra l’altro, da altri copiato per iniziative complementari, chiaramente terminerà il giorno seguente alle elezioni. Non finirà invece @openpolitica, cui si darà una natura di vera e propria piattaforma politica. Il nome è ancora in cantiere, mentre l’account twitter sarà quello originario. Ci saranno delle sorprese, a cui sto alacremente lavorando, ma oggi non posso davvero svelarle.

(N.B. per partecipare alle interviste di questa rubrica, potete scrivere a [email protected] oppure su Twitter o Facebook; indicando nome, cognome, email, candidato di riferimento [oppure l’indecisione o l’astensione] ed eventuali note o commenti)

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