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Francesco Livi ci racconta il suo primo romanzo: Ti chiedo scusami

Partiamo dal titolo: TI CHIEDO SCUSAMI. Come mai hai scelto proprio questo? E quale messaggio vuoi trasmettere?

Avevo bisogno di qualcosa di forte , qualcosa di nuovo, di mai sentito prima. Ritengo che chiedere scusa sia una delle azioni più difficili nella vita di una persona; dirlo, urlarlo, scriverlo, esternarlo è, a mio avviso, un modo straordinario per trasmettere le proprie emozioni. Ma non mi bastava un semplice “ti chiedo scusa”, così sono andato fuori dagli schemi, addirittura profanando la lingua italiana. Purtroppo però non posso svelare a chi sia rivolta questa espressione perché saranno i lettori a trovarle una giusta collocazione ed un giusto significato.

 Il romanzo invece di cosa parla?

Non è un vero e proprio romanzo. E’ un esplosione di emozioni che attraversa l’Europa per arrivare in California. La pazzia, la follia, la depressione, la gioia, la solitudine, l’euforia si mescolano dando un vero e proprio corpo ed anima al libro. La musica, le note, gli strumenti si uniscono e creano un concerto che accompagnerà ogni parola dal primo capitolo all’ultimo. L’influenza della musica rap e della musica soul sarà tangibile.  Musica e parole si condizioneranno l’un l’altra senza mai allontanarsi. L’amore ed il dolore usciranno dal mio libro per sedersi accanto al lettore squadrandolo, cercando un confronto. Di cosa parla il mio libro? Di emozioni.

In quali punti o momenti é auto-biografico?

Tutti i luoghi descritti nel mio libro sono stati toccati dai miei piedi: Amsterdam, Tarifa ed infine San Francisco. Penso che viaggiare, se ne si ha la possibilità, sia un dovere di ogni individuo. Oltre a questo ci sono tanti sentimenti ed emozioni  personalmente provati e quindi trasmessi attraverso le mie parole al lettore. Ho cercato spesso di ricreare i miei “deliri” in un contesto adatto alla storia che stavo scrivendo per dare ancora di più un senso di forza e di realismo al libro.

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Questa é la tua prima opera letteraria. Hai mai avuto altre esperienze inerenti alla scrittura?

Ufficialmente è la mia prima esperienza. Ufficiosamente ho creato circa due anni fa un piccolissimo libro intitolato “Il Biglietto”: è un reale biglietto di compleanno ma a forma di libro. In più è qualche anno che mi diletto a scrivere rime: non sono mai riuscito a dire se scrivo poesie o canzoni … non sono in grado di dar una definizione stilistica ad i miei scritti ma visto che nel libro “Ti chiedo scusami” le ritroverete potrete decidere voi come chiamarle!

E come mai ti é nata l’idea di stendere un romanzo?

Quando tutto è iniziato ero piccolo; era una notte in cui avevo una guerra di emozioni dentro di me. Mi ricordo benissimo che mi alzai dal letto presi un foglio, una penna ed iniziai a scrivere il primo capitolo. Non mi resi subito conto che quello era solo l’inizio di un vero libro, ma capii che quello che volevo fare era scrivere; da quel momento non ho più smesso. Sono stati i miei sentimenti, le mie gioie, i miei dolori a far sì che potessi scrivere. Non ho mai seguito un vero e proprio filo nella mia opera tutto si è creato da solo e la musica mi ha accompagnato in ogni piccolo passo.

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Tu sei totalmente indipendente. Scelta specifica o esigenza?

Per ora direi per scelta, ma sono in cerca di una casa editrice per avere la possibilità di poter farmi conoscere ad un pubblico più vasto, a cui possa trasmettere le mie emozioni: già perché la mia missione è cercar di emozionare chiunque posi gli occhi sui miei scritti.

Come vedi oggi il mondo dell’editoria? Accessibile, limitato?

In questo momento non posso risponderti perché per ora non lo conosco. Non avendo ancora avuto rapporti con questo mondo non posso esprimere giudizi oggettivi o soggettivi che siano. Spero tu possa rifarmi presto questa domanda e che io possa risponderti nel modo più bello possibile; conosco un po’ l’universo musicale: spero sia nettamente diverso!

Ci sono autori, artisti, cose a cui ti ispiri?

In questa opera non mi sono ispirato ad artisti o cose specifiche ma mi hanno accompagnato lungo tutto il mio percorso tantissimi cantanti che cito direttamente nel libro. In più sono un grande fan della Beat Generation e dello scrittore Jonathan Safran Foer; tutto questo mi ha sicuramente influenzato inconsciamente. Credo di avere una scrittura molto sperimentale!

Questa domanda arriva per ultima … chi è Francesco Livi? Mi dici qualcosa del tuo background?

Non amo molto parlare di me, adoro nascondermi dietro i miei personaggi. Dico miei perché sono già all’opera con il prossimo! Sono nato a Prato da madre piemontese e padre toscano e dopo aver vissuto ventotto anni nella mia città nativa mi sono trasferito per amore a Novara lasciando le mie adorate colline. Ora ho trent’anni; sono un operatore socio sanitario ed ho studiato al Liceo socio-psico-pedagogico. Ho frequentato la facoltà di psicologia di Firenze per due anni mollando tutto per scappare a San Francisco dove vi ho vissuto per qualche mese. Un’ esperienza che mi ha cambiato molto e che mi ha fatto crescere in modo concreto. Sono una persona come tante, nascosta tra le migliaia che ci circondano ogni giorno; mi potresti trovare con due cuffie nelle orecchie e due occhi ben spalancati per osservar tutto quello che mi gira intorno, seduto su una qualsiasi panchina. Amo provare, percepire, dimostrare, ascoltare, parlare; amo vivere di emozioni, belle o brutte che siano, non importa. Ho due sogni nel cassetto: poter far leggere il mio libro a chiunque, soprattutto a chi non ama troppo stancare i propri occhi e poter passare la mia pensione in California con il mio amore ed il mio cane, davanti al mare, una tazza di caffè, un foglio ed una penna intrisa di inchiostro.

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