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Euro 2016 – Rendez-vous col Delirio: i gironi (parte 1)

Ci siamo gente. Sta per iniziare tutto. Pogba è pronto a stupire il mondo trascinando la Francia a vincere l’Europeo in casa. Bale scalpita per prendere il posto che fu di Giggs nel cuore dei tifosi gallesi. Shaqiri vuole dedicare un grosso vaffanculo all’Inter abbattendo porte grazie al suo sinistro magico. Thiago Motta vuole porre fine alla dittatura di Messi e Ronaldo sui gradini più alti del podio del pallone d’oro. E allora eccoci qui. Ed eccomi qui. A raccontare tutto sulle pagine di Atom Heart Magazine. Giorno per giorno. Sfida per sfida. Come in occasione degli ultimi Mondiali. Il diario è pronto a partire. Dal 10 giugno lo farà ufficialmente. Intanto, in tre appuntamenti (oggi, domani e mercoledì) faremo una panoramica sulle nazionali protagoniste di Euro 2016.

Partiamo subito con il girone A e il girone B.

euro2016

GIRONE A

 

Francia

Giocano in casa. Non hanno propriamente i favori del pronostico, se non per una sorta di diritto di territorialità, ma gli esperti calciofili che neanche a metà stagione davano l’Inter vincente con 80 punti di vantaggio sulla seconda in Serie A perché “gioca male ma vince, come la Juventus di Capello” e pronosticavano un “calo fisiologico” del Leicester da Gennaio in poi, sono pronti a scommettere che alla fine i galletti potrebbero spuntarla. Quindi, occhio e preparatevi a vederli uscire in semifinale.

Da tenere d’occhio. Sicuramente Pogba. Pronto a dimostrare che può dire la sua anche in campo internazionale. Niente paura in attacco, dove Griezmann non farà rimpiangere il ricattatore seriale (aka Benzema). Di contro, invece, a centrocampo si farà sicuramente sentire l’assenza per scelta tecnica di Kondogbia. Uno di quelli che in mezzo alla partita è perfettamente in grado di girarsi verso la propria area di rigore e con un passaggio folle e insensato far ripartire il contropiede degli avversari facendoli andare comodamente a segnare (QUI, minuto 3.14). Sulla difesa glisserei, perché sarebbe come sparare sulla croce rossa. Tutta gente che può benissimo fare la partita della vita come la minchiata del secolo. Un terno al lotto, insomma. In porta, anche Hugo Lloris potrebbe regalare attimi indimenticabili.

Albania

La nazionale di De Biasi potrebbe essere una delle piacevoli sorprese del torneo. Chiaro, i Quarti di finale sono proibitivi, ma gli Ottavi non li darei per irraggiungibili. Poi, chiaramente, dipenderà da molte varianti. Una a caso Berisha. Il portiere albanese potrebbe tenere a galla i suoi nelle partite che contano come farsi segnare anche da Fabio Caressa direttamente dalla cabina di commento. Il resto della squadra ha ben figurato fin qui e il progetto De Biasi sembra essere partito con basi solide e idee chiare affidate a giovani di belle speranze. Non reciterà la parte della Grecia di Euro 2004, ecco. Ma sarà interessante vedere fin dove riuscirà ad arrivare.

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Da tenere d’occhio. Neanche a dirlo, Hysaj e Taulant Xhaka (fratello del più famoso Granit). Ma attenzione anche a Cana, ex centrale della Lazio ora al Nantes e capitano degli albanesi, e a due attaccanti che potrebbero infiammare il calciomercato al termine degli Europei: Rashica e Kace.

Romania

La squadra più debole del girone per distacco. Fatta eccezione per il fiorentino Tatarusanu e il napoletano Chiriches, il resto della squadra è da mani ai capelli. Debutto pirotecnico a Euro 2016, quando faranno da vittima sacrificale dei padroni di casa francesi. Per il resto, davvero poche altre emozioni pronosticabili.

Da tenere d’occhio. Le vecchie conoscenze del calcio italiano (ma solo per farsi qualche risata): Alibec e Torje. Il primo è cresciuto nelle giovanili dell’Inter, ha giocato due mezze partite in prima squadra nel 2011 e poi è stato sbolognato in prestito al primo che passava fino al 2013, quando è stato stato fatto fuori definitivamente ed è tornato nel blasonatissimo campionato rumeno. Il secondo ha giocato nell’Udinese (tecnicamente è ancora di proprietà friulana, ma sono quattro anni che lo spediscono a calci in culo da altre parti: prima in Spagna, poi in Turchia e dopo probabilmente nel Burundi o giù di lì) ed è noto per essere il Messi di Romania. E quindi è già involontariamente comico così.

Svizzera

Nella Svizzera c’è un po’ di tutto. Giovani promesse, giocatori dalla valutazione milionaria senza un reale motivo, meteore sparse e gente improponibile. Ha il giusto mix per arrivare seconda nel girone, dunque. A tener banco, per mesi è stato il caso singolare di Inler: capitano della gloriosa (?) compagine, ma spettatore non pagante della favolosa e trionfale annata del Leicester. Pedina indiscussa e imprescindibile nello scacchiere tattico di Claudio Ranieri: pare che ogni tanto passasse dal campo di allenamento a urlare al compagno di turno “Vuoi acqua?” e nemmeno lì se lo filassero di pezza. Sognava di guidare la Svizzera da capitano, dovrà accontentarsi di cazzeggiare alla PlayStation. Bene così.

Da tenere d’occhio. Xhaka, acquisto dell’Arsenal per la prossima stagione dove Wenger farà la solita parte del perdente cronico che però acquista gente a caso pagandola milioni di miliardi di euro. Attenzione anche a Embolo, che la merita già solo per il nome, e in secondo luogo perché ha un fisico da armadio a diciotto ante e talento da vendere. Shaqiri potrebbe fare la differenza. Se in bene o in male, tocca a lui deciderlo.Tra le certezze, Lichtsteiner, se non altro per l’esperienza. Su Behrami non voglio infierire e quindi va bene. E poi Dzemaili e allora ciao tutto.

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GIRONE B

 

Inghilterra

Per gli esperti calciofili di cui abbiamo accennato al paragrafo francese, l’Inghilterra figura tra le possibili sorprese. Ora, l’Inghilterra non se l’è mai filata nessuno nemmeno ai tempi di Ferdinand, Terry, Scholes, Beckham, Rooney nel meglio della carriera e Owen prima di scemunirsi. Adesso, siccome boh, pare che potrebbe spaccare tutto e vincere Europei, Mondiali e Coppa America schiantando Messi in finale per 6 a 0. Vediamo di capirci: la squadra non è male, ma ce ne sono di più attrezzate. L’attacco è ottimo, ma il centrocampo è un po’ così e la difesa con Smalling e Cahill non è esattamente una sicurezza.

Da tenere d’occhio. L’uomo dei debutti, Rashford: colui che è, colui che contiene, colui che contempla (cit). Ha segnato in ogni dove, ha schiantato gli arabi di Machester (aka la parte sbagliata di Manchester, ovvero il Manchester City) e ha esordito in nazionale con un gol dopo nemmeno tre minuti. Inchiniamoci. Rooney non lo nomino nemmeno, perché è chiaro come il sole che stiamo parlando dell’uomo più importante di questa nazionale. Attesa spasmodica invece per il bomber del Leicester, il caro amico Vardy, che potrebbe confermare gli altissimi livelli tenuti in stagione e far sognare gli inglesi (piuttosto, anche lui è in procinto di andare a buttare la carriera in vacca all’Arsenal di Arsenio). Probabili risate, come detto, in difesa. Discorso a parte per l’estremo difensore: l’Inghilterra non ha un portiere decente dai tempi di Seaman (che comunque nel 2002 regalò attimi di leggenda) e con Hart da un paio d’anni pare abbiano trovato qualcuno che almeno in alcune partite riesce a prendere meno di 179 gol. La vaccata, comunque, è sempre dietro l’angolo. Quindi occhi aperti. Occhi aperti anche a Milner, potrebbe regalarci qualche altra punizione leggendaria.

Russia

Il loro vero obiettivo resta il mondiale casalingo del 2018. Sono in preparazione da anni. Vogliono stupire il mondo e portarselo a casa. Cioè, farlo restare a casa. Il problema – bazzecole, quisquillie, pinzellacchere (cit) – è uno solo: non hanno una cazzo di squadra. Per il resto, tutto a posto. Agli scorsi mondiali, Capello dichiarò di puntare ai quarti. Akinfeev lo svegliò subito e malamente. Terminata la spedizione brasiliana, Capello venne esiliato in Crimea e bombardato da Putin. Pregherei per Slutski, quindi. Anche se – che resti tra noi – mi è sempre stato sulle balle.

Da tenere d’occhio. Il cronometro. Prima finiscono le loro partite, meglio è per lo sport. No, scherzi a parte, un occhio ad Akinfeev lo butterei. Che tanto non para nemmeno quello.

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Bonus. Notizia epica di ieri. Denisov s’è rotto e Slutski ha convocato il controcampista dello Zenit, tale Artur Yusupov. Bene, hanno fatto talmente di corsa, che il caro Artur stava ancora in mutande in vacanza. Fortuna volle (cit), che l’hotel dove alloggiava fosse lo stesso della nazionale. Quindi: pronti, via, allenati. E no, non ha gli scarpini né il resto per allenarsi. Niente paura. Il compagno (cit) Neudstader gli ha prestato la sua roba, vestendolo dalla testa ai piedi come una madre premurosa. Russia già leggendaria. Vado a mettergli 50 euro su Betandwin: vincitrice agile.

Galles

Poca roba anche qui, ma i gallesi sono comunque una nazionale molto quadrata con diversi punti di riferimento. Potrebbero disputare un buon girone.

Da tenere d’occhio. Mister 100 milioni (al secolo Bale) che prima o poi dovrebbe far capire al mondo perché il Real ha sborsato quella cifra per averlo, e potrebbe essere questa l’occasione. Guidare i suoi a disputare un buon Europeo potrebbe definitivamente consacrarlo come erede unico di sua maestà Ryan Giggs. Poi c’è Ramsey, ma se segna è la fine. Teniamo d’occhio anche King, che dopo aver conquistato la Premier con il Leicester è pronto a stupire il mondo con la nazionale. Ma probabilmente lo farà a Fifa, una volta rientrato a casa dopo l’eliminazione agli ottavi di finale.

Slovacchia

Gli slovacchi sono messi leggermente meglio della Russia, ma restano comunque una squadra poco convincente. In difesa figura Skrtel, che ha sempre avuto il difetto di essere stato scelto da Benitez quando nel 2007 allenava ancora il Liverpool. E – com’è noto – se ti sceglie uno tra lo spagnolo o Wenger sei e sarai sempre una mezza sega.

Da tenere d’occhio. Chiaramente Hamsik, l’unica star di questa nazionale. Poi Weiss, classe ’89. Qualche anno fa era in forza al Pescara e sembrava avesse un grande futuro davanti, ma in qualche modo è rimasto sempre al punto di partenza. Dal canto suo, invece, Duda potrebbe confermare quando di buono si è detto sul suo conto negli ultimi due anni e, chissà, magari infiammare il mercato da luglio in poi. Ah, sì, c’è anche Kucka. Quello che sulla sponda rossonera del Naviglio è visto come il salvatore della patria, ma che persino ai tempi di Dhorasoo avrebbe al massimo lavato gli scarpini.

Bene, per oggi ci fermiamo qui. Domani spazio al girone C e al girone D. Venerdì, poi, sarà la volta dei gironi E ed F e quindi della nostra cara nazionale con un commissario tecnico del Chelsea e un numero 10 da brividi. Abbiate cuore.

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