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Caro Silvio Berlusconi…

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Caro Silvio,

abbiamo ascoltato tutti le tue promesse elettorali e, credimi, ormai le sappiamo a memoria. A dir la verità, bastava riascoltare quelle delle tue campagne elettorali precedenti, aggiungendo qualche piccola variazione sul tema. Quella che prima promettevi di togliere era l’ICI, oggi è l’IMU. E fai di più: prometti di rimborsarla. Ecco, il punto fondamentale non è tanto se noi italiani desideriamo che ci vengano tolte o rimborsate queste tasse, il punto fondamentale è che noi italiani siamo ormai stufi di vedere le stesse facce, da vent’anni e più, su quelle stesse poltrone. Vorremmo che ci venisse restituita la dignità che questi ultimi maledetti, assurdi vent’anni e più di non-politica e di non-democrazia ci hanno portato via in maniera fredda e, ahimè, pressochè indisturbata. Vorremmo poter andar all’estero e non dover più sentire il tassista, il barman o il venditore abulante di turno che, al solo udire la parola “Italiano“, risponde in maniera automatica – e con un sorriso a mo’ di sfottò – “Berlusconi, mafia, bunga bunga“. Vorremo non dover più alzarci la mattina e trovare sulla Home Page dei nostri social network le prime pagine della Bild, del Telegraph o del New York Times di turno con il faccione del nostro Primo Ministro e un titolo a caratteri cubitali che recita alle volte “Bordello“, alle volte “Puttaniere”. In tutta sincerità, ne avremmo anche un po’ piene le scatole.

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Tuttavia, ci sono alcune cose che potresti fare affinchè ci venisse restituita anche solo un po’ di dignità, e altre le quali sarebbe bello facessi o provassi a fare. E nessuna di queste prevede il rimborso dell’IMU. Ormai, quella è andata. E anche lì, una percentuale abbastanza alta di colpa, ce l’hai tu. Ma ci abbiamo messo una croce sopra. Come in tante altre cose.

In altre ancora, invece, non possiamo e non dobbiamo metterci una croce sopra. Sarebbe bello, ad esempio, se tu potessi restituirci i Giovanni Falcone, i Paolo Borsellino, gli Antonio Scopelliti, i Rocco Chinnici, i Pio La Torre, i Beppe Alfano, i Pino Puglisi e tutte le altre vittime della mafia. Sarebbe bello se tu potessi restituirci anche gli Antonio Ammaturo, i Giancarlo Siani, i Giuseppe Diana e tutte le altre vittime della camorra. Sarebbe bello se tu, in fine, potessi restituirci gli Antonino Marino, i Salvatore Aversa, i Luigi Ioculano e tutte le altre vittime della ‘ndrangheta. Ma questo, ci rendiamo conto che purtroppo sarebbe impossibile. Al contrario, invece, potresti rendere onore a tutta questa gente e a chi, ancora oggi, lotta per difendere e tenere in vita quei medesimi ideali. Non trovi anche tu come sia assurdo che un Roberto Saviano qualsiasi debba vivere sotto scorta per aver scritto ciò che tutti noi – te compreso – sapevamo già da tempo? Potresti, per iniziare, smettere una volta per tutte di gettare fango sul pool antimafia e, soprattutto, smettere di difendere a spada tratta corrotti, ladri e omertosi finendo per massacrare le voci dissonanti.

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Sarebbe bello anche se tu potessi aiutarci a far luce, una volta per tutte, sulle morti di Federico Aldrovandi, di Carlo Giuliani, di Stefano Cucchi e di tutti quelli come loro. E sarebbe ancor più bello, ma ahimè anche questo impossibile, se tu riuscissi a cancellare – come un colpo di spugna su una lavagna – gli ultimi vent’anni buttati via in barzellette, bunga bunga, gare di burlesque (cit) e figure esecrabili in giro per il mondo.

Per quanto concerne gli Emilio Fede, i Minzolini, i Sallusti, gli Amicone, gli Scilipoti, gli Stracquadanio, i Capezzone, e poi ancora i Dell’Utri, gli Alfano, le Santanchè, le Carfagna, le Gelmini, i Mangano, i Fiorito, i La Russa, gli Andreotti e via via tutti gli altri, beh, quelli puoi anche tenerteli. Strettissimi. È tutta gente che, francamente, ci ha ormai – utilizzando un francesimo d’obbligo – fracassato i maroni (peraltro tuo fedele alleato).

Riserva poi, come già fai, un posticino nel tuo cuore ai Benito Mussolini. Gente verso la quale, chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale e conosca, almeno un po’, la storia di questo nostro bel Paese, fatica ad avere anche solo la più insignificante forma di stima e rispetto. Ma che chi era amico intimo di Gheddafi, e lo è tuttora di Putin, mi rendo conto non faccia alcuno sforzo a lodare e idolatrare a più riprese. Credo, e come me molti, che sia più utile la presenza di qualcuno che tenga viva la memoria di questi personaggi al solo scopo (fondamentale) di ricordarci (costantemente) contro cosa e chi hanno lottato – a scanso della loro stessa vita – Piero Gobetti, Giacomo Matteotti e tanti altri come loro. Perchè, quelli sì che erano eroi. E andrebbero ricordati sempre.

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Senza alcuna stima.
Non tuo, Adriano Costantino.

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