Vi sembrerà strano, ma … come va il Metal ( e suoi derivati o affini!) in Italia? Ci sono spazi o opportunità?
Il metal delle band italiane funziona, ma in prevalenza all’estero. Forse soffriamo di esterofilia in maniera eccessiva, siamo più facilmente predisposti a ben valutare qualcosa che arrivi da fuori dei nostri confini, mentre a quello che tiriamo fuori in casa facciamo pelo e contropelo! Come per il calcio siamo tutti allenatori, nel metal siamo tutti musicisti! La verità è che ci sono gran bei gruppi che hanno molto da dire e da far ascoltare, speriamo che in futuro la gente non sia prevenuta con le band del proprio paese. Purtroppo però, almeno qui intorno, alcuni generi si sono quasi estinti con la fine di gruppi storici, mentre per quello che riguarda l’underground vediamo persone che si sono rimboccate le maniche ed hanno deciso dal nulla di buttarsi nell’organizzazione di eventi e nella promozione di band con molta passione… vediamo che cosa succederà!
Voi come trovate i posti per suonare? Come vi organizzate insomma.
Come ogni band che vuole provare a far conoscere la propria musica. All’inizio rimboccandoci le maniche e organizzando da soli i nostri concerti con l’aiuto di altri gruppi con il nostro stesso obbiettivo e con cui è sempre bello condividere il palco. Sul nostro cammino abbiamo incrociato belle persone come Pierpa della Scarred for Life o Marco Metalfabbro che ci hanno dato una gran mano a suonare dal vivo in situazioni importanti come l’apertura ai Red Fang o organizzando loro stessi date per promuovere la musica underground a Roma. Con le piattaforme online riusciamo a entrare in contatto con band di altre regioni e questo ci ha permesso di portare la nostra musica in giro fuori da casa nostra. Ora la 12 linee ci sta dando una grossa mano nell’organizzare le date per promuovere il disco.
Però non vi definite propriamente una band metal? Perché?
Forse perché la nostra musica risente di tante influenze diverse fra loro per poterci definire una band Metal a tutti gli effetti. L’hardcore e lo stoner prevalgono sulle altre, ma è innegabile che il metal sia presente! Abbiamo tutti e 4 una base metal ( e di diverse tipologie di metal), ma non propriamente non ci definiamo metal, noi non ci definiamo proprio e non per fare il club degli esclusivi, ma perchè in anni non ci siamo riusciti mai bene, quindi magari meglio se ci definiscono gli altri! A volte nell’hardcore ci sentiamo più a nostro agio perché è una scena più facilmente predisposta alle contaminazioni, si tira su il volume e si dà tutto quello che si ha, se poi sia metal core, post core o hard core è secondario.
Tre donne e un uomo. Abbattiamo il formalismo e parliamoci chiaro. E’ raro che ci siano delle donne in una band “Metal” (messo le virgolette!)? Quali sono le critiche che maggiormente ricevete!?
Più che critiche è palese il preconcetto che si ha di un gruppo con dentro delle donne. E’ buon gruppo per essere formato da donne, certo però che se pensi che sono donne non sono male. Frasi del genere cercano di relegare i gruppi come il nostro nella serie B della musica metal. Fin ora questo ci è capitato molto meno, se non mai, nei contesti più hardcore. Noi rispondiamo a questi preconcetti con la nostra musica, la gente spesso rimane stupita dal sound che proponiamo, che non è, per dirla da “maschi veri”, roba da ragazze! Ci piacciono le critiche costruttive che ci fanno notare dove possiamo migliorare con la tecnica o con la presenza scenica, le critiche che arrivano ad ogni band, durante il proprio percorso di crescita, al di là del sesso dei componenti.
Chiedo al Batterista invece … tu come ti senti in mezzo a queste signorine? Avevi già lavorato con delle donne e com’è, nel complesso, rispetto al lavorare con uomini? Meno scherzi? Meno battute? Raccontaci la tua esperienza.
Che dire, mi sento davvero a mio agio! Avevo già suonato con Deborah la bassista di The Ophelia’s Revenge in un nostro precedente gruppo, The Overcome. All’inizio non sapevo cosa mi sarei dovuto aspettare dal ritrovarmi a lavorare con tre ragazze su un progetto musicale. Ma poi ti rendi conto che non cambia nulla, le dinamiche sono le stesse che ci sono nei gruppi di soli uomini, solo con qualche vantaggio in più, non c’è invidia del pene! E soprattutto la sala non puzza come un letamaio dopo ogni prova!!! Il fatto è che siamo diventati una piccola famiglia, siamo molto uniti, la presa in giro è all’ordine del giorno fra tutti, riusciamo a parlare di tutto, ci sentiamo al di fuori degli impegni di gruppo, condividiamo le nostre passioni, stiamo le ore a parlare di quello che stiamo ascoltando e ci scambiamo pareri, io e Valentina ci fomentiamo parlando di fumetti e cinema, Sara e Deborah sono drogate di gatti e vestiti, e tutti e quattro siamo dei dipendenti cronici da cibo!
E’ uscito il vostro primo progetto ufficiale, insieme a un’etichetta. La 12 Linee Records. Mi dite qualcosa sulla copertina e sui contenuti? Cosa troviamo in questo disco?
Siamo molto meticolosi, Valentina è illustratrice e tatuatrice, Leopoldo si occupa di grafica da anni e quindi curiamo noi stessi quello che riguarda la parte visiva del gruppo. Volevamo che la copertina fosse il primo step per far entrare l’ascoltatore nel nostro mondo. C’è un bosco fitto che si confonde con le acque di un fiume che accoglie il corpo di una donna, è Ofelia ovviamente. I toni cupi dei flussi e degli alberi creano un contrasto forte con la pelle eterea e luminosa della donna. E’ lo stesso gioco di contrasti che cerchiamo di proporre con la nostra musica. Time Has Come racchiude sette canzoni, scritte nell’arco di un anno e mezzo circa. Il tempo necessario per conoscerci bene e amalgamarci fino a trovare delle sonorità che rappresentassero al meglio il progetto The Ophelia’s Revenge. Potete trovare una solida base di hardcore su cui si innestano atmosfere più melodiche, stoner, il metal fa capolino spesso nei pezzi, d’altronde è il genere che accomuna tutti noi quattro. Si parla di molti temi, ma tutti ruotano intorno al tema della rivalsa, c’è molta rabbia nei testi, ma una rabbia positiva, bisogna riprendersi ciò che è nostro, condividerlo con le persone che amiamo, così si superano gli ostacoli della vita.
Come avviene la creazione di un pezzo? Dal testo all’arrangiamento? Alla registrazione?!
Allora solitamente si parte da qualche riff che cerchiamo di legare con la parte ritmica, quando ci mettiamo su la voce, anche provvisoria, ciascuno si fa un’idea della direzione in cui incanalare la canzone, capiamo che mood deve avere e quindi anche Valentina ragiona sui testi in funzione di questo; in sala parliamo molto della direzione che vogliamo prendere, ci sentiamo liberi di proporre e “mettere bocca” su tutto e tutti, Leopoldo suggerisce un riff di chitarra, Deborah un pattern di batteria e così via. Verifichiamo ogni idea, non ci accontentiamo facilmente, siamo molto esigenti da noi stessi. Il lavoro di scrittura è davvero un processo di gruppo, ognuno porta dentro idee e sfumature, questo genera un bel mix di suoni che ci stimola davvero molto. Finchè non dobbiamo registrare continuiamo a limare l’arrangiamento e suoniamo il pezzo fino alla morte, dobbiamo averlo nella mani, perché oltre a eseguirlo vogliamo trasmettere il giusto groove! A volte accade che durante la registrazione ci rendiamo conto di qualcosa che in sala ci era sfuggita o che si può migliorare ancora e allora smontiamo la canzone finchè non suona come deve!
Video ed Ep sono usciti da pochissimo …. Come sta andando? Che impressioni avete fra pubblico e media?
Benone! Siamo molto felici sia dell’ep,che e’ possibile ascoltare da molte piattaforme in streaming, sia del video di Nebraska Sunset, sta girando parecchio e con ottimi responsi. Stanno uscendo le prime recensioni di Time Has Come e sono molto incoraggianti, tutto questo ci motiva molto, vogliamo andare avanti e migliorare ancora.
Cosa volete trasmettere alle persone che comprano il disco o che vi ascoltano da sotto il palco?
Che quello che ascoltano è quello che siamo sia come persone che come The Ophelia’s Revenge. Il disco suona duro, potente e vero, senza troppi fronzoli, così come il live. Facciamo tutto questo per passione, crediamo davvero in questo nostro progetto, lo viviamo come un’esigenza per comunicare. Speriamo che tutto questo venga capito da chi ci ascolta su disco o da sotto il palco.
State pensando a un secondo video o a spostarvi anche un po’ verso l’estero?
In verità un secondo video è nell’aria già da un po’, è più di un solo pensiero … ma per ora meglio non dire molto altro! Spostarci verso l’estero? Magari! E’ un po’ un sogno nel cassetto, come gruppo viviamo per portare in giro la nostra musica, entrare in contatto con sempre nuova gente, divertirci e farla divertire. Speriamo che accada, stiamo cercando di fare il possibile per affrontare anche questo passo, nel frattempo ci stiamo concentrando per portare i nostri live in giro per l’Italia.