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The Crew Motorfest: una nuova tappa per la serie

The Crew Motorfest rappresenta una svolta significativa per la serie. Le influenze di Forza Horizon si sentono in maniera marcata e nel contempo sembra allontanarsi dai tratti distintivi che hanno reso celebre la serie durante gli anni.

Modello di guida rivisto e aggiornato, location incantevoli e tantissimi contenuti. Basterà per renderlo un “must have” tra i titoli di guida? Scopriamolo insieme.

The Crew Motorfest, copertina

Fin dal primo secondo di gioco di The Crew Motorfest, la sensazione di déjà-vu con il già citato Forza Horizon è persistente. Gli scenari e le presentazioni delle gare sono un chiaro rimando all’ormai iconica serie sviluppata da Playground Games.

La prima critica possiamo e dobbiamo muoverla al sistema di progressione. Avremo infatti davvero poche occasioni per utilizzare la nostra vettura, in quanto in quasi tutte le playlist verrà fornito un veicolo in prestito per poter gareggiare, venendo quindi a mancare l’utilità di migliorare il proprio con l’avanzamento della storia.

Altra nota dolente è senza dubbio il sistema di microtransazioni davvero troppo marcato. Motorfest ci farà notare in maniera persistente che possiamo acquistare qualsiasi cosa con valuta reale. 

The Crew Motorfest: mappa di gioco e playlist

La mappa di gioco è molto più piccola rispetto ai precedenti capitoli. Basti pensare che in The Crew Motorfest potremmo girare tutta l’isola hawaiiana di O’ahu in poco più di 15 minuti, contro i circa 60 minuti del predecessore.

Tuttavia, gli sviluppatori sono riusciti a utilizzare meno spazio, ma in modo davvero egregio. Sia per quanto riguarda la semplice estetica, sia – cosa forse più importante – per ciò che concerne la quantità di contenuti offerti e la loro qualità, utilizzando O’ahu come una tela su cui dipingere avventure e relative sensazioni.

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Ogni playlist di The Crew Motorfest, rigorosamente a tema, ha infatti le sue peculiarità. Potremmo sbizzarrirci tra tipi di veicoli e stili di guida differenti. Anche i temi sono ben curati.  Avremo la possibilità di tuffarci nella playlist Made in Japan, che ci trasporterà tra ciliegi in fiore e luci al neon, oppure scegliere la storia della 911 sfruttando diverse generazioni dell’iconica Porsche che Motorfest ci metterà a disposizione.

Troveremo quindi moltissime modalità di gioco: dalle classiche gare checkpoint, alle sfide di drift, testa a testa e drag race. Non mancheranno le corse in stile Formula 1, le scorazzate in moto e quad, e potremo persino divertirci in gare acquatiche e aeree (anche se, in verità, la loro presenza è stata oltremodo ridotta rispetto a The Crew 2). Anche online troveremo pane per i nostri denti, tra Grand Race e Demolition Royale.

Proprio nel comparto online, la novità è l’introduzione di un hub social per incontrarsi con altri giocatori, stringere amicizie e votare le creazioni della community. Attualmente sembra essere un po’ “embrionale”, ma sempre utile per riposare la testa tra una gara e l’altra.

Recensione del gameplay

The Crew Motorfest presenta notevoli miglioramenti nel gameplay rispetto al passato. In The Crew 2 il feeling della guida era davvero deludente: andando in sottosterzo in curva, si staccava il retrotreno e ci ritrovavamo a derapare in maniera innaturale (e molto fantasiosa). In Moterfest, avremo finalmente un miglior senso del peso e una perdita progressiva di trazione. Per intenderci, sentiremo esattamente dov’è il bilanciamento della macchina mentre stiamo affrontando una curva, e potremo di conseguenza controbilanciare in modo più intuitivo per mantenerla in direzione.

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In caso di incidente, è stata introdotta anche la funzione “rewind,” che consente di riavvolgere gli ultimi quattordici secondi di gioco. Inoltre, i tracciati sono progettati per essere privi di ostacoli contro cui collidere e presentano barriere laterali in curva per evitare che alcuni scivolamenti eccessivi rendano impossibile prendere il checkpoint.

Sarà ovviamente possibile personalizzare l’esperienza di guida in base alle nostre preferenze: indicatori della traiettoria, cambio automatico e svariate assistenze elettroniche che possono renderla più accessibile o più impegnativa a seconda delle scelte.

Ok, finché siamo su quattro ruote tutto molto bello. Per quanto riguarda vetture acquatiche e aeree, invece, siamo alle solite: il modello di guida è abbastanza superficiale e, a tratti, potremmo definirlo snervante. Anche sulle moto, lo stile di guida appare troppo semplificato, togliendo quasi tutto il divertimento.

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale degli avversari, punto spesso dolente per molti titoli del settore, viene fuori qualche limite di troppo anche qui.

Conclusioni

The Crew Motorfest è una svolta quasi totale per Ubisoft e per la serie stessa. La mappa è più piccola rispetto al solito, ma davvero ben strutturata e graficamente impattante (non ci aspettavamo altro, del resto). Il modello di guida è stato rivisto e risulta più coinvolgente. Tuttavia, le troppe similitudini con Forza Horizon portano il titolo a smarrire la sua identità. Scelta coraggiosa quella di citarlo così apertamente come a volergli lanciare il guanto di sfida? Può darsi. Al momento, però, il titolo non ha la forza di reggere un tale confronto e finisce col sembrare semplicemente una copia accattivante del rivale.

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Voto: 7-

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