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Spice girls: oltre vestitini attillati, deretani sodi e lipgloss, un universo di funky

È un luogo comune, oppure no, che le Spice Girls, Ginger, Baby, Sporty, Posh e Scary Spice, siano considerate come le dive indiscusse del pop a cavallo tra gli anni ’90 e gli ’00? È un pregiudizio diffuso tra i puristi musicali, oppure no, che la loro sia una mera musichetta da discoteca, fatta di lustrini, scollature mozzafiato, due basi registrate alla meno peggio, kg di trucco, schiuma per capelli e balletti volti a far roteare gli occhi (e non solo) al pubblico in preda al ritmo, e all’alcohol del saturday night live?

Mi capita spesso di essere guardata con disprezzo, mentre dico “quando mi faccio la ceretta, metto sempre le spice girls. Quel funky incalzante e stramelodico attenua qualsiasi dolore”. Certuni che s’intendono grandi critici musicali, mi squadrano dalla testa ai piedi, con aria tra lo sdegno e il “machecosastaidicendo”, ed esordiscono così: “funky? Per te Sculettare in 4/4 è funky?” ; e i maschi puri, quelli un po’ primordiali aggiungono, senza pudore: “l’unica cosa che sapranno fare decentemente saranno solo i pom…” e mi fermo qui.

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Il motivo di questa monografia, è uno, ed uno soltanto: invece di far coinvolgere pienamente la nostra vena moralista e anti-scandalo, lavoriamo e analizziamo il dato musicale. Cito solo due canzoni, per non farla lunga, e per dare un esempio lampante a tutti, possessori di pregiudizi, e non. Nel brano “Who do you think you are“, tratto dall’album di debutto “Spice“, serba al suo interno una linea funky non indifferente, alla quale si aggiungono fiati da non sottovalutare. Per non parlare, poi, di “Never give up on the good times“, singolo estratto dal secondo lavoro “Spiceworld“: focalizzerei l’attenzione sul lavorio di tastiere con rack d’effetti in pieno stile funky a cura di Magnus Finnies (che ha lavorato anche con Tom Jones, per dirne uno), sul solo di flauto traverso (vogliamo esagerare) quasi alla Ian Anderson, eseguito magistralmente e fantasiosamente da Snake Davis, i cui legami col jazz, e non solo, non sono indifferenti, dal momento che ha suonato sulle registrazioni di artisti del calibro di Ray Charles, Paul McCartney, Tom Jones, George Michael, Tina Turner, Motörhead, e chi ne ha più ne metta.

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Questo piccolo e breve excursus ha senso solo per dire che, l’abito, non fa il monaco. Per quanto sia contestabile lo stile di Geri Halliwell, Ginger Spice (1994 – 1998) (2007 – 2008) Emma Bunton, Baby Spice (1994 – 2000) (2007 – 2008) Melanie Chisholm, Sporty Spice (1994 – 2000) (2007 – 2008) Victoria Beckham, Posh Spice (1994 – 2000) (2007 – 2008) e Melanie Brown, Scary Spice (1994 – 2000) (2007-2008), eccentrico, vistoso, volgare, bratzoso che dir si voglia, bisogna riconoscere che, utilizzando una frase gettonatissima ultimamente, tale da essere stucchevole, ma qui realmente funzionale, “oltre le gambe, c’è di più”. C’è un universo di funky, di voci calde e decise che si sovrappongono, che nulla hanno da invidiare ad una Courtney Love. C’è una musica studiata, che ha il vantaggio anche di saper coinvolgere il corpo, oltre alle orecchie. Che ha una forza non trascurabile, un impatto emozionale non indifferente.

Mi auguro che, come in tutte le cose, si capisca che “in media stat virtus”, e che il mostrar le proprie grazie, per quanto possa essere scabroso e volgare e inopportuno, non maschera lo spumeggiare del talento musicale che, come abbiamo evidenziato, c’è. E non è poco.

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