La musica scorre nelle orecchie, mentre il tè caldo, al limone, emoziona le miriadi di papille sparse per la lingua. E non solo esse sono sollecitate, sorprese piacevolmente: qualcosa, all’interno del padiglione auricolare, delle celate sinapsi, delle profonde corde del cuore, si muove. Se dovessi dare un nome a quel fluido flusso che scorre, mentre il piede non può far a meno di ticchettare a momenti alterni il pavimento, non sapresti farlo: e allora, cos’è?
È Jazz.
Ma non un Jazz così: è un Jazz che viene sospinto dalla libera giovinezza dello Swing, dalla sensualità di un cajon a ritmo latino, di fiati dorati, vibrafono ed archi carezzevoli, chitarre sorridentemente manouche, contrabbasso deciso, ma dolce. Ha l’odore di un vecchio scantinato, di fumo denso, di sorrisi soffusi e cenni del capo consenzienti. Ha la consistenza di un vicolo debolmente illuminato, di una gonna a balze che gira, e che si ferma, ma solo per riprendere il tempo, per rivoltarsi in ancor mille capriole variopinte. L’atmosfera che Federico De Zottis (saxofoni), Andrea Leone (chitarre – ukulele), Domenico Laterza (chitarre – mandolino – voce), Andrea Pistorio (contrabbasso), Marco Paretti (percussioni), Clodiana Fuga (voce), Davide Abbati (voce) e l’immensa schiera di musicisti che hanno collaborato alla realizzazione dell’album d’esordio che porta il significativo titolo di “Il Disco”, è degna della più rilassata serenità ed apertura mentale, spirituale.
Come ogni percorso musicale che si rispetti, anche “Il Disco” invita ad un viaggio, verso un posto che è più vicino di quanto si pensi: il nostro mondo interiore, il mondo che ha l’uomo come osservatore, che sembra così oscuramente celato, ed invece, si trova proprio lì, sotto il nostro naso.
Non solo musica: testi introspettivi fanno da corollario alle storie infinite che la musica racconta, a passo variabile. Molteplici le influenze: quali? Tutto ciò che questi giovani hanno assaporato coi denti, le mani, gli occhi, i piedi e le orecchie. Un vortice di sensazioni trascina l’ascoltatore, che si mette comodo, e lascia che le orecchie siano culla di quelle note, di quelle parole dal sapore antico, speziate di modernità.
I Blu Klein, attivi nella cara Mediolanum da fine 2011, oggi, ci insegnano un grande lezione: per viaggiare, per conoscere gli altri, per guardare noi stessi, per ascoltare il mondo, non ci vuole Mastercard, ma un bel Disco, e immensa voglia di lasciarsi andare.
Il Disco è in vendita su iTunes, e in ascolto libero su Bandcamp: assaporatelo.