Tutti l’hanno conosciuto (e amato) per il suo ruolo di debutto, quello che ha segnato e segnerà per sempre la sua carriera: Harry Potter. Ma Daniel Radcliffe, nel frattempo, è cresciuto. Dopo numerosi spettacoli teatrali nel West End, un importante ruolo nel recente “The Woman In Black” e persino uno show a Broadway (“How To Succeed In Business Without Really Trying”) Dan ritorna, in un film inusuale quanto meraviglioso, “Kill Your Darlings” di John Krokidas, pellicola indipendente presentata in Mostra nella sezione “Settimana della Critica“, scelta come proiezione di apertura della suddetta e che è stata infine premiata dalla Giuria del Festival.
Il film è basato su una storia vera, quella della complicata relazione tra il giovane Allen Ginsberg (interpretato da Dan), Lucien Carr (Dane DeHaan), Jack Kerouac (Jack Huston) e il tenebroso David Kammerer (Michael C. Hall). Allen, arrivato alla Columbia University con la voglia di diventare un grande scrittore, conosce Lucien e altri ragazzi, che lo convincono a formare un gruppo di poeti rivoluzionari sotto il nome di “The New Vision”, che crea scompiglio in facoltà e fa storcere il naso ai professori più conservatori.
Nel frattempo Allen sviluppa sentimenti contrastanti per Lucien, che a sua volta è molto preso da Kerouac e perseguitato dall’ex amante Kammerer, ma non si rassegna comunque ad ammettere, nemmeno a se stesso, la propria omosessualità.
Un colpo di scena sconvolgerà le vite di questi ragazzi, che si ritroveranno a dover fare i conti con la realtà fuori dal mondo fittizio e d’evasione che avevano creato insieme.
Il film in sé è potente, schietto, esplicito, la regia è perfetta e la colonna sonora è particolarmente azzeccata. Senz’altro lo inserirei nella top 3 dei film più belli che ho visto al Festival. Mi ritrovo inoltre ad avere qualche dettaglio in più, grazie al fatto che essendo il film inserito una categoria particolare, era previsto un dibattito a proiezione conclusa, e dunque regista e attori si sono fermati a rispondere ad alcune domande. Daniel Radcliffe e John Krokidas hanno raccontato diversi aneddoti, tra cui il particolare di aver ripreso l’intero film in soli 24 giorni e senza ripetere le scene alla noia, anzi, il più delle volte anche in sole 3 ore (sono arrivati a 12 minuti!). Questo denota una grande preparazione del cast e certamente una notevole prontezza del regista, di cui questo film è il lungometraggio di debutto e, mi auguro, il primo di una lunga serie.
Consiglio a chiunque di andare al cinema dal 17 ottobre a vedere questo piccolo capolavoro, perché, signore e signori, il nostro maghetto ora è un poeta.
Assolutamente un must.