Sanremo 2022, forse non tutti lo sanno, è iniziato. Quindi spariamo qualche voto come ogni anno.

Achille Lauro: 3. S’è battezzato da solo. UUUUUUHHHH! Strappiamoci le vesti urlando e andiamo oltre (che poi, volendo, farlo sarebbe un po’ un plagio della sua carriera). Il voto è per la qualità musicale (a Sanremo si valuta questo, dicono voci di corridoio). Poi però gli diamo un 7 per la capacità di tirare fuori una roba a caso e senza senso solo per rompere i coglioni ai benpensanti. Vorrei votare anche l’outfit, ma non c’era.
Yuman: 4. Boh. Vorrei dire qualcosa, giuro. Ma ho meno voglia di lui. Non sapevo nemmeno chi fosse e dopo averlo ascoltato ho ancor meno voglia di approfondire. Anonimo.
Noemi: 7,5. Non ne sbaglia mezza, nonostante il tecnico del suono – durante la sua esibizione – sia andato al bar.
Gianni Morandi: 6,5. Non il mio pezzo preferito della storia. Ma si presenta sul palco emozionatissimo, al limite del pianto. Poi parte la musica e dimostra almeno il triplo dell’energia di Yuman. Che je voi dì? Non è un brano che resterà nella storia di Sanremo e nemmeno nella sua.
La Rappresentante di Lista: 8. Veronica è sempre Veronica. Voce e presenza scenica di altissimo livello. Anche vestita da un film Disney a caso. Ciao ciao. Pazzeschi.
Michele Bravi: 6. A Miché, un po’ di colore, qualche sorriso. La vita è bell… ehm, no, non mi pare il periodo in effetti. Niente Miché, che ti devo dire. Continua così. Passerà.
Massimo Ranieri: 4-. Che botta intensa di vita, oh. Ci voleva proprio, ragazzi. A fine esibizione ci ho messo un po’ a rialzare i miei coglioni da terra. Stanno ancora lì.
Mahmood feat. Blanco: 5. BLANCHITO BEB… ah no. Non l’ha detto. Niente. Comunque non male, il duo funziona. Ci si aspettava di meglio, ma Blanco era emozionatissimo e Mahmood canta tutto allo stesso modo da secoli. Possono migliorare. Ma anche peggiorare. Potrebbe anche piovere nel weekend.
Ana Mena: 3. A metà tra il carnevale di Venezia e le sagre di paese. Colonna sonora perfetta per i prediciottesimi o brano perfetto per sfrantecare l’anima del cazzo al vicino d’ombrellone in estate. Scegliete voi. Complimenti Ana, fare peggio era davvero difficile. Daje così. Ueppa.
Rkomi: 6,5. Totalmente diverso da tutto. Mirko ci ha abituato bene fino ad oggi, e ci conferma quanto di buono fatto anche sul palco dell’Ariston. Il nuovo che avanza. Certo, sembra un po’ Vasco Rossi vestito da De Niro, c’è da dirlo.
Dargen D’Amico: 7. Fottutamente scanzonato come sempre. Il suo è il pezzo da cantare il sabato notte, all’uscita dalla discoteca (quando le riaprono…), in mezzo alla strada e dopo 15 Negroni Sbagliati e 22 shottini di dubbia provenienza e fattezza. Il palco è già suo, l’alcol test nostro. Prenditi tutto quello che è tuo, Jacopo. “Fottitene e balla”.
Giusy Ferreri: 2. Abbiamo aspettato mezzanotte per sentire ‘sta roba. Complimenti a chi c’era, abbiamo avuto davvero fegato. Siamo stati degli eroi.
Amadeus: 3. Ah Amadé, sai chi ti saluta? No, sul serio. Mi ci avevi fatto credere. A un certo punto ho creduto che quest’anno, con la gara, si procedesse spediti. E invece niente, oh. Anzi, ‘sto cazzo. Sei ore di Festival in cui la musica fa da contorno a te che fai a gara di schicchere sul gozzo per 40 minuti almeno con chiunque salga sul palco. Ciao proprio.
Ornella Muti: 5. È parsa molto a disagio. Era la prima serata, magari. O magari questo contesto non è esattamente il suo habitat, per dire. Vedremo.
Fiorello: 5. Almeno tenta di far ridere. A volte riuscendoci, altre molto meno.