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“Corde: concerto per sole chitarre” – Tindari si infiamma per Alessandro Mannarino

Ieri il tempo faceva i capricci, un po di pioggia un po di sole, pioggia e ancora sole, sembrava non volesse smettere ma questo la gente non lo sentiva, diciamo che se ne fregava proprio, erano tutti lì per Alessandro Mannarino e non se ne sarebbero andati nemmeno se ci fosse stato un tornado. Fuori dai cancelli c’era un misto tra felicità ed impazienza, si intonavano le canzoni che ogni singola persona ha fatto proprie. Poi arriva il momento, i cancelli si aprono e la gente comincia a prendere posto, quando si riempie ci si trova di fronte a uno spettacolo di colori ed emozioni, nell’attesa si cantano cori per invogliare l’artista ad uscire ma Alessandro li fa attendere, non per un vezzo da vip, ma perché è l’ultimo concerto del tour e tutto deve concludersi al meglio: bisogna rendere lo spettacolo perfetto, degno del Teatro antico, degno della gente. E questo il suo pubblico lo sa, perciò lo incita mostrandogli tutto l’amore che può.

Le luci si spengono, un boato felice accoglie l’artista con a fianco i tre musicisti che lo hanno accompagnato in questa lunga avventura: Fausto Mesolella, Tony Canto e Alessandro Chimienti. Si inizia con “Rumba magica” seguita da “Le cose perdute”, “Serenata silenziosa” e “Piccola vita”, la parte triste del racconto come sostiene Alessandro, per poi passare alla parte allegra cominciando con “Maddalena” e poi attraversare la poesia recitata de “Il pagliaccio” ed “Il carcerato“, che suscitano ilarità, mai fine a se stessa perché le parole di Alessandro alle volte divertono ma lasciano sempre qualcosa nell’animo. Sembra che anche la pioggia se ne sia accorta, inizia durante “Il carcerato” ma smette subito, quasi volesse ascoltare anche lei le parole del cantastorie.

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Si continua: “Svegliatevi italiani“, “Scetate vajò” in cui i musicisti mostrano l’immensa bravura riadattandola in stile hawajano, “Osso di seppia” dove Chimienti sembra faccia cantare la chitarra in un solo strepitoso, il tutto condito dal calore del pubblico che dall’inizio dello spettacolo saltaballa e canta. Sembra di essere in un mondo a parte, dove la gente per un momento si è completamente scordata dei propri problemi e si lascia cullare dalla musica e dalle parole di Mannarino. Dopo “Statte zitta“, è il momento di Simona Sciacca che con la sua  voce potente e soave canta “Cu ti lu dissi” e “La strega e il diamante“. La scaletta sta quasi per finire, ma Alessandro e i suoi compagni di avventura non vogliono lasciare il palco e nemmeno il pubblico vuole che vadano via, ha ancora bisogno di musica, perciò si comincia con i bis, da “Soldi soldi” ad “Amore nero” per terminare con la nuova canzone “Vivere la vita. Prima di scendere dal palco, però, regala ancora un’ultima canzone, “Oh bella ciao“, perché per acquisire la libertà qualcosa si deve fare.

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 Tutto è finito, si aprono le luci, Mannarino ringrazia i suoi compagni, il pubblico e la magnifica ed ineccepibile organizzazione dell’Euphonya Management. Alessandro ha ripagato il suo pubblico dell’amore e la benevolenza che lo stesso gli ha sempre mostrato, rendendogli uno spettacolo semplice ma allo stesso tempo perfetto in ogni suo aspetto. La gente ora è felice ed io in mezzo a loro, le corde del cuore sono state pizzicate e questo è bellissimo. Il compito della Musica è stato portato a termine nel migliore dei modi.

 Foto di Samuel Tuzza

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