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Ghost Stories: il ritorno dei Coldplay

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Annunciati dal clamoroso gossip del divorzio tra il frontman Chris Martin e la diva Gwyneth Paltrow, sono tornati anche i Coldplay. Ghost Stories, il sesto album della band, per certi versi si potrebbe definire un ritorno alle origini, alle sonorità che hanno contraddistinto il primissimo album, Parachutes, ormai un lontano ricordo dell’anno 2000, ma, dall’altro lato, vi prevalgono l’innovazione e la creatività già in passato dimostrate dalla band. Sperimentazione con l’elettronica, atmosfere oniriche e oscurità, queste le caratteristiche del piccolo capolavoro regalatoci dai Coldplay il 19 maggio 2014.

L’album è composto da nove tracce, indissolubilmente legate da “prolungamenti” strumentali affidati a synth e cori, per cui la band ha creato anche un concept visivo attraverso i disegni dell’artista ceca Mila Fürstová, e l’ha rilasciato su iTunes una settimana prima dell’uscita ufficiale dell’album sotto forma di video, in cui ad ogni canzone è collegata un’animazione. Ciò che ne viene fuori è molto coinvolgente e, in un certo senso, propedeutico alla piena comprensione dell’album. Il tutto parte dalla copertina, due ali d’angelo disposte in modo da evocare l’immagine di un cuore spezzato, nella quale sono nascosti disegni che prendono vita, diversi ogni volta, nel momento in cui inizia una nuova traccia. Un’ottima idea promozionale, che ha anche dato la possibilità ai fan e ai followers più accaniti di dare un primo ascolto completo al nuovo lavoro della band, in attesa del rilascio ufficiale.

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Per quanto riguarda le tracce stesse, mi sembra doveroso spendere due parole su ognuna di esse, visto che, come già detto, ci troviamo in presenza di molti elementi “nuovi” e “vecchi”, che meritano di essere approfonditi più da vicino.

Always In My Head, già sentita live durante il tour promozionale e, tra l’altro, rilasciata mesi fa su SoundCloud per dare un “assaggio” del nuovo lavoro dei Coldplay, è la traccia d’apertura. Ci troviamo immersi in uno dei caratteristici reef di chitarra firmati Jonny Buckland, e attraverso la base elettronica inizia il viaggio onirico che caratterizzerà tutti i brani seguenti.

Magic, il primo singolo estratto dall’album, ormai onnipresente nelle radio italiane e internazionali, è un pezzo ritmato e coinvolgente, romantico e che crea dipendenza dopo pochi ascolti. Perfetto per far conoscere le nuove sonorità su cui si poggia Ghost Stories come opera intera, ma anche per ricordare (a chi se ne fosse dimenticato) che i Coldplay, pur essendo volti alla sperimentazione, restano comunque una band da hit parade, capace di arrivare in milioni di case e toccare da vicino altrettante persone. Canzoni come questa ne sono la prova. Il video ufficiale, rilasciato dalla band qualche mese fa, vede Chris Martin e una bellissima prestigiatrice circense alle prese con trucchi di magia, il tutto in bianco e nero, in uno scenario da film muto.

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Ink è uno dei molti pezzi che, a detta di molti, è ricollegabile alle vicende personali di Chris Martin. Si parla di tatuaggi, cuori spezzati e l’indelebilità del ricordo di un amore che sta svanendo. Musicalmente siamo sui ritmi di Magic, e il pezzo nel complesso ha ottime probabilità di essere uno dei prossimi prescelti per le radio.

True Love è forse il pezzo più strappalacrime dell’ultima produzione “coldplayana”, e si parla chiaramente della dolorosa fine dell’amore e le conseguenze che ciò comporta.

Midnight, il secondo singolo estratto da Ghost Stories, richiama sonorità alla Radiohead e trasporta chi ascolta in un’avvolgente oscurità, che però esplode in sorprese psichedeliche da metà brano in poi. Un’altra delle moltissime dimostrazioni di come i Coldplay siano “all about the music”.

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Another’s Arms, è un’altro pezzo molto ritmato e, per così dire, oscuro. Ancora una volta ritornano i temi della notte, dell’abbandono e della solitudine.

Oceans, per chi ha seguito i Coldplay fin dall’inizio, è come rivedere un vecchio amico: si torna indietro di 14 anni, ai tempi di Parachutes e di canzoni come We Never Change e Don’t Panic, quei pezzi dall’andamento lento, melodici e un po’ malinconici. Pezzo bellissimo, sorprendente quanto piacevolmente familiare.

A Sky Full Of Stars è il terzo singolo estratto dall’album, up-tempo e decisamente dance, grazie alla post-produzione di Avicii, una fortuita quanto casuale collaborazione data da una coincidenza di tempi di registrazione. A loro è piaciuta, a noi piace, e sicuramente piacerà anche alle discoteche di tutto il mondo!

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O (Fly On) è una stupenda e romantica ballad, dal testo che dimostra che Chris Martin continua ad essere, anche dopo tutti questi anni, un grandissimo storyteller.

L’album nel complesso è, a detta del frontman della band, una riflessione sulla vita, gli errori passati e le ripercussioni di essi sul futuro, i “fantasmi” che ci influenzano e ci impediscono di essere felici nel presente. Nove canzoni che fluiscono spontaneamente dal cuore di chi le ha scritte, dunque, e che nascono da sogni evocativi o da particolari fantasie melodiche, un viaggio nel subconscio degli artisti che ci porta in profondità nella nostra anima.

Bravi, Coldplay, un ritorno coi controfiocchi.

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