Questo bellissimo film danese del 2012 è candidato quest’anno all’Oscar come migliore film straniero perché uscito l’anno scorso negli Usa, ed è indicato da molti come l’unico che potrebbe fare concorrenza al nostro La Grande Bellezza.
Thomas Vinterberg (Festen) dirige un dramma kafkiano che ha come assoluto protagonista il bravo Mads Mikkelsen nei panni di Lucas, un uomo divorziato mite ed introverso, padre di un figlio che non vede mai, che vive da solo e lavora in un asilo. La sua vita procede tranquillamente fino a quando su di lui non piombano delle terribili accuse di abusi sessuali ai danni di una bambina che si era particolarmente affezionata a lui. Il sospetto nasce cautamente fra le mura della scuola ma in poco tempo cresce in modo irrazionale e si espande per tutta la comunità, coinvolgendo anche le persone più vicine a Lucas, dalla donna che frequenta fino al suo migliore amico. È una psicosi collettiva che innesca una vera e propria caccia all’uomo, e anche se le prove degli abusi sono totalmente infondate fin dall’inizio, ognuno si convince che deve essere così.
Lo sguardo oggettivo e freddo della cinepresa di Vinterberg ci rende partecipi del dramma, facendo covare il seme del sospetto anche in noi, nonostante vediamo quasi sempre tutto dal punto di vista di Lucas, e ci fa interrogare – senza mai pilotarci e senza fare alcuna morale – sui meccanismi della mente umana e di come essa possa rimanere suggestionata da fatti all’apparenza insignificanti.
Mikkelsen, che siamo soliti vedere in ruoli ambigui o di villain (basti pensare a 007 – Casino Royale, I Tre Moschettieri e la serie della NBC Hannibal), convince e commuove, riuscendo a dare vita ad un personaggio memorabile nella sua semplicità e humanitas.
Se Sorrentino ci ha incantati con un esercizio di stile un po’ fine a sé stesso, essenzialmente privo di trama ed impregnato di moralismo, Vinterberg ci fa riflettere senza privarci della poesia (la meravigliosa scena della nevicata ne è un esempio) con un’opera tecnicamente e narrativamente superiore.
Che vinca il migliore?