All’ottavo giorno, ci prepariamo a salutare gli inglesi guidati da un Rooney drammatico e assistiamo alla rinascita dell’Uruguay con un Suarez sugli scudi che spiega all’inglese come si fa.

Colombia-Costa D’Avorio 2-1. Partita divertente, con la Colombia che spreca molto fino al 64esimo, quando un’incornata di Rodriguez su un angolo battuto da Cuadrado sblocca la partita. Sei minuti dopo, la Costa D’Avorio perde un pallone a centrocampo e si becca anche il 2-0 in contropiede da Quintero. Passano solamente tre minuti e gli ivoriani finalmente reagiscono: Gervinho ne salta quarantasette, resiste a diciotto tentativi di falli e lascia partire un tiro che Ospina può solo sperare non gli arrivi tra capo e collo. Il portiere colombiano abbozza una timida parata, ma il tiro di Gervinho finisce per piegargli la mano. Qualche altra occasione per la Costa D’Avorio sul finale, ma non abbastanza per ottenere un pareggio meritato solo nei 25 minuti finali.
Uruguay-Inghilterra 2-1. È la sfida da dentro o (quasi) fuori per entrambe le nazionali che dimostrano sin da subito di volerla vincere. Nel primo tempo, Rooney sbaglia mira due volte e probabilmente lo rimpiangerà nei secoli dei secoli: la prima volta su punizione, la seconda su un colpo di testa a botta sicura che si stampa sulla traversa. Al 39esimo è l’Uruguay a sbloccarla: Cavani finta il tiro dal limite e invece pesca Luis Suarez che aggira Jagielka e di testa batte un incolpevole Hart, che tanto non ne prende una a prescindere. Nel secondo tempo, Rooney sbaglia mira ancora, e sempre a colpo sicuro centra Muslera fallendo un’ottima occasione per riportare la gara in pareggio. L’appuntamento è solo rimandato, perché qualche minuto dopo Johnson entra in area e serve al numero dieci inglese un pallone che non può sbagliare nemmeno se si impegna, e infatti è 1-1. La gioia dura solo dieci minuti: Cavani prolunga un rilancio di Muslera mettendo Suarez solo davanti alla porta, El Pistolero non sbaglia e riporta l’Uruguay avanti. Hodgson inizia a preparare le valigie e l’Uruguay festeggia come se avesse già vinto la Coppa del Mondo. Rooney, probabilmente, finirà dall’analista.
Giappone-Grecia 0-0. Credo che il momento più emozionante sia stato quando l’arbitro ha fischiato tre volte decretando la fine dell’incontro. Un po’ perché erano passati novanta minuti, un po’ perché si era anche rotto le balle. Le uniche cose da segnalare sono i due gialli in undici minuti presi da Katsouranis probabilmente per via del cognome, qualche buona parata di Kawashima e il Giappone che non ha quasi mai centrato la porta sparando delle robe assurde verso l’infinito e oltre. Stop.
Oggi, l’Italia tenterà di non prenderle da una Costa Rica dipinta negli ultimi giorni come una selezione di supereroi della DC Comics con Joel Campbell nel ruolo di Superman. Ricorda un po’ la vigilia di Italia-Ecuador ai Mondiali del 2002 in Korea e Giappone, quando il terzino destro ecuadoregno, tale Ulisses De La Cruz, venne dipinto prima da Trapattoni (“In particular, tengo molto rispetto por De la Cruz, s’entiende”, e via di spagnolo a casaccio) e poi dalla stampa italiana come un mix tra Djalma Santos e Cabrini e poi bastò Cristiano Doni per metterlo in difficoltà. Chiaramente, Campbell è più forte di De La Cruz, ma se l’Italia dovesse temere sul serio la Costa Rica allora sarebbe meglio uscire qui e non andare avanti. Perché, se le fasi a eliminazione diretta dovessero far incrociare gli azzurri con Colombia o Brasile, qualcuno potrebbe anche tentare l’insano gesto (cit). Subito dopo, tiferemo tutti per la Svizzera contro la Francia e concluderà il programma odierno un match da leccarsi i baffi: Honduras-Ecuador. Appuntamento a domani, quindi. Se non volete aspettare, vi invito a seguire me su Twitter, e a seguire Atom Heart Magazine sul nostro account Twitter ufficiale e sulla nostra pagina Facebook.
Até amanhã!