Il quindicesimo giorno è quello di chiusura della fase a gironi. Adesso inizia la Coppa America con qualche invitato proveniente da altri continenti a caso.

USA-Germania 0-1. I tedeschi non falliscono e si assicurano il primo posto nel girone battendo gli Stati Uniti. La partita è più equilibrata di quanto si potesse pensare alla vigilia e i due portieri contribuiscono a mantenere tale equilibrio. Scontato che lo faccia Neuer, un po’ meno che ci riesca anche Howard. Al 55esimo minuto, però, l’estremo difensore americano non può nulla: splendido intervento su un colpo di testa di Schweinsteiger, ma la palla finisce nei piedi di Muller che da fuori area la piazza sul palo opposto. Il resto del mondo riunito sotto la bandiera tedesca agli ottavi se la dovrà vedere contro l’Algeria. E quindi arriveranno facilmente ai quarti.
Portogallo-Ghana 2-1. Secondo uno stregone ghanese, Cristiano Ronaldo non avrebbe dovuto giocare la partita a causa di una macumba ai suoi danni. E, infatti, i primi quaranta tiri sui dieci totali dell’incontro sono proprio del portoghese più pettinato del mondo. Ma il Portogallo passa in vantaggio grazie a una magia di Boye che su un cross di Veloso s’inventa la svirgolata del secolo e scavalca il suo stesso portiere, insaccando un pallonetto imprendibile sul secondo palo. Si vola. Nella ripresa, Gyan mette temporaneamente una pezza al capolavoro del compagno, riportando la gara in parità. Ma all’80esimo minuto, è proprio Cristiano Ronaldo a segnare il gol più facile e inutile del mondo. Il Portogallo vince, Cristiano Ronaldo segna, ma lui, Nani e altri ventuno tornano a casa insieme al Ghana. Africani che avevano già rispedito a casa Boateng e Muntari per aver fatto a pugni, schiaffeggiato un membro dello staff e insultato il CT. Vamos.
Corea del Sud-Belgio 0-1. Il Belgio è la solita squadra che si compiace di se stessa e finisce per giocare con superficialità. Sprecano l’impossibile (Mertens ha addirittura colpito Marte tirando da un centimetro di distanza dalla porta) e Courtois deve salvare il risultato in più occasioni. Come se non bastasse, al termine del primo tempo Defour tenta di spaccare la gamba a un avversario e lascia la sua squadra in dieci. Nella ripresa il copione si ripete, ma una mezza scemenza del portiere sudcoreano Kim permette a Vertonghen di segnare facilmente il gol che deciderà l’incontro. Il Belgio chiude il girone a punteggio pieno, ma l’impressione è che se continuano a giocare così, potranno superare giusto gli ottavi contro gli USA, ma ai quarti – giocando con questa leggerezza – rischiano di prenderne quarantasette.
Algeria-Russia 1-1. Ultima spiaggia per la Russia di Fabio Capello che passa subito in vantaggio con Kokorin. Sembra tutto semplice e Akinfeev pare essersi ricordato definitivamente come si sta in porta, ma la gara non accenna a smuoversi dallo 0-1. Al 66esimo, è proprio Akinfeev a decidere partita ed eliminazione russa sbagliando totalmente l’uscita su una punizione algerina, lanciandosi verso il baratro e lasciando Slimani libero di colpire, segnare e scrivere la storia. L’obiettivo della Russia era quello di riuscire ad arrivare ai quarti e, considerando il girone e il tabellone che gli si poteva materializzare davanti se non avesse perso punti importanti contro la Corea del Sud e – appunto – contro l’Algeria, non sembrava così utopico. Nessuno, però, aveva fatto i conti con la sfiga assurda che colpisce Fabio Capello in fatto di portieri in nazionale. Una cosa è certa, Akinfeev non finirà mai nell’oblio: i russi lo ricorderanno per i prossimi duemila secoli. Adesso toccherà trovare qualcuno che nel 2018 stia in porta al posto di Er Papera Akinfeev. E ho motivo di credere che vada bene anche la salma di Lev Yashin: ne parerebbe molte di più.
Noi ci risentiamo per narrare le favolose gesta negli ottavi di finale di Brasile-Cile e Colombia-Uruguay, e poi tutto il resto. Ovvero l’inizio di quella che a tutti gli effetti sarà una Coppa America con qualche invitato proveniente da altri continenti a caso. Se non volete aspettare così tanto, vi invito a seguire me su Twitter, e a seguire Atom Heart Magazine sul nostro account Twitter ufficiale e sulla nostra pagina Facebook.
Ad majora!