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Un anno senza Franco Battiato: grazie, Franco

Il bianco mistico che si poggia sulle foglie degli alberi alle prime luci dell’alba. Franco Battiato ha sempre messo parti di sé in ogni testo, segmenti del suo percorso di formazione umana e consapevolezza

Franco Battiato
Foto di Fulvio Ventura, Facebook

Grazie, Franco Battiato.

Com’è difficile essere leggeri.

Il bianco mistico che si poggia sulle foglie degli alberi alle prime luci dell’alba, lo ha chiamato a sé proprio un anno fa. Lo ha osservato a lungo dalle grandi finestre che affacciano al giardino di quella splendida casa. “Villa Grazia”, da colei che lo ha messo al mondo, che splendido modo di trasformare il dolore della perdita in vita e bellezza eterna.

Com’è difficile essere leggeri nel ricordo della sua persona. Ma chissà invece, come sarà leggero, adesso, finalmente libero e ricongiunto con la luce. Come insegnano i lama tibetani che ha incontrato, la fine non è altro che l’inizio del più alto momento di gioia.

Nato sotto il segno dell’ariete, schietto e senza peli sulla lingua, aveva già “la luna e urano nel leone” cantava in Cuccuruccucù. Ha sempre messo parti di sé in ogni testo, segmenti del suo percorso di formazione umana e consapevolezza, pezzi di un puzzle complesso, ma con tutte le chiavi per poterlo completare e sorriderne.

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In ogni album un segreto, in ogni canzone la condivisione della propria conoscenza. Mai nulla di casuale, mai nulla di superficiale. Un regalo immenso da un essere umano straordinario. Anni e anni di studi, anni di crescita personale in una discografia dal valore antropologico ed esoterico inestimabile. Un cammino che ha trovato la quiete nel verde di questo giardino alle pendici dell’Etna.

Un oceano di silenzio, di un’altra dimensione. Non lontano dalle radici delle sue generazioni familiari. Radici che proprio in questi giorni lo ricorderanno con commozione e riconoscimento a Milo, cornice della sua tranquillità. Dal 18 al 22 Maggio, Milo ospiterà una straordinaria rassegna con concerti, incontri, seminari dal titolo: “NOTE DI PASSAGGIO, le vie che portano all’essenza. La ricerca, la sperimentazione e la Trascendenza di FRANCO BATTIATO. Omaggio a un arista che, per sentire il suono del mondo, sapeva ascoltare il silenzio”.

“Che cosa resterà di me, del transito terrestre? Di tutte le impressioni che ho preso in questa vita?”
Così cantava in Mesopotamia, molto tempo fa.

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E adesso, a distanza di un anno dalla sua agognata libertà, la risposta non può che essere questa: un’eterna, infinita, inesplicabile gratitudine.

Grazie Franco Battiato.
Grazie per la conoscenza tramandata nei testi, come un segreto sussurrato.
Grazie per i viaggi dal sapore mediorientale che non smetteranno mai di profumare.
Grazie per la conoscenza, la consapevolezza.
Grazie per le chiavi del sapere.
Grazie per i silenzi e le meditazioni.
Grazie per la pittura, per i ritratti a William Dafoe.
Grazie per i dervisci.
Grazie per l’era del cinghiale bianco.
Grazie per Renee Guenon.
Grazie per essere tornato qui.
Grazie per questa esperienza.

Sono echi di mantra nel suono del tuo nome.
Sono certa che l’inglese non ti sarà servito.

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