Vi ricordo sempre la premessa. Non deludetemi e skippatela anche stavolta. LA TROVATE QUI.

Ghemon – “Momento perfetto”: 8. Gheomon è questo. Non è sanremese. Non è per tutti. Ghemon è Ghemon.
Gaia – “Cuore amaro”: 5. Piacevole scoperta ma da lasciare lì dov’è perché è un attimo che parte anche lei con “MUSICA E IL RESTO SCOMPARE!” twerkando a caso.
Irama – “La genesi del tuo colore”: 2. Ma parliamo di come si chiamano le dita dei piedi che mi pare più interessante.
Gio Evan – “Arnica”: 4,5. Per la finale si veste elegante, solo che il pezzo è sempre quello. Che poi è sempre quello da una vita. Che poi manco lo intona bene. Che poi boh.
Ermal Meta – “Un milione di cose da dirti”: 5. Primo per tuta la settimana, arriva terzo. Ciao core, se semo visti anche quest’anno.
Fulminacci – “Santa Marinella”: 7. Diciamo che non è il pezzo che ricorderemo a lungo di Fulminacci. Però è servito allo scopo. Farsi conoscere da chi ancora non aveva idea esistesse. Bene così.
Francesco Renga – “Quando trovo te”: 0:0 = 0:0. Alla quinta serata le sue corde vocali sono andate ufficialmente al bar. Come i miei coglioni quando lo sento.
Extraliscio feat. Davide Toffolo – “Bianca luce nera”: 6,5. È stato un crescendo. Che ritmo.
Colapesce e Dimartino – “Musica leggerissima”: 6,5. Da loro due mi aspettavo di meglio, ma forse pretendo troppo io. Comunque bravi.
Malika Ayane – “Ti piaci così”: 6. Io non so in che universo parallelo entri Malika quando canta, ma ho capito ogni sera di meno di quello che cazzo ha detto. Però l’ha fatto bene. Qualunque cosa lei abbia fatto. O detto. Insomma, quello.
Francesca Michielin e Fedez – “Chiamami per nome”: 3. Finiscono secondi nonostante la Ferragni abbia provato in tutti i modi a raccattare voti in ogni dove per farli vincere. Ma credo che alla fine nemmeno i fan più accaniti se la siano sentita di vederli trionfare. Fedez ha portato sul palco quintali di ansia per 5 serate. E forse anche io avrei avuto tutta quell’ansia a cantare (male) un pezzo così demmerda in diretta mondiale.
Willie Peyote – “Mai dire mai (La locura)”: 9. Vince il premio della critica ed è pure poco. Willie vive, regna, illumina e glorifica.
Orietta Berti – “Quando ti sei innamorato”: 8,5. Ovviamente nessuno si aspettava potesse vincere. Però ecco, se venisse premiato chi sa cantare, vincerebbe a mani basse.
Arisa – “Potevi fare di più”: 8. Probabilmente una delle tre canzoni migliori di quest’anno. Eseguita con una voce praticamente divina. Arisa non ha sbagliato nulla.
Bugo – “E invece sì”: 3. Bugo sta ancora pagando lo scorso Festival. Però non credo che ci dobbiamo andare di mezzo noi e, nello specifico, i miei maroni. Continuerò ad ascoltarmi tutti i suoi vecchi album. Perché Bugo non è ‘sta roba qui. O comunque non lo era.
Maneskin – “Zitti e buoni”: 4. A Damià, se sbraiti per 5 serate di fila che sei “diverso da loro”, gradirei – come minimo – che il tuo pezzo non fosse uguale ad altri 10.000 e non ti presentassi vestito da Achille Lauro. Comunque vincono. Quindi diciamo che hanno ragione loro. Ma se esci da un talent, il televoto ti premia sempre. Sono i nuovi Valerio Scanu, va. Ottimo risultato. Dice: oh, ma fanno ballare. Dico: ballate pure con Elettra Lamborghini, fate voi. All’Eurovision con i Bimbiminkieskin, sto già volando.
Madame – “Voce”: 8. Non la sua migliore esibizione, ma riempie comunque il palco. A 18 anni non è facile. Arriva ottava e se lo merita tutto. Grande, grande, grande.
La Rappresentante di Lista – “Amare”: 9. Probabilmente i migliori del Festival. Per tutto.
Annalisa – “Dieci”: 8. La classe. L’intonazione. Gli universi che si allineano. Poche, molto poche come lei.
Coma_Cose – “Fiamme negli occhi”: 8. Più li guardi più gli vuoi bene. Il pezzo merita, loro meritano.
Lo Stato Sociale – “Combat Pop”: 6. La loro esibizione peggiore, probabilmente. Il pezzo resta divertente e loro dei magnifici cazzari.
Random – “Torno a te”: 1. Questo s’è chiamato Random perché A Cazzo pareva brutto.
Max Gazzè e Trifluoperazina Monstery Band – “Il farmacista”: 6,5. S’è vestito da Clark Kent. Volo. Il problema è che il pezzo non è all’altezza degli standard a cui Gazzè ci ha abituato. Peccato.
Noemi – “Glicine”: 6,5. Il pezzo è debole, ma lei è potente. Come spesso accade con Noemi.
Fasma – “Parlami”: 1. Se abolissero l’autotune che farebbe? Ma anche con l’autotune, dico, questo che fa? Perché se canta la vedo male. Ma male male male.
Aiello – “Ora”: 0,5. Aiello secondo me è simpatico. È quello che in classe ti fa spaccare dalle risate. È quello che nella compagnia ha sempre l’aneddoto divertente di quella volta che urlò a caso in mezzo al palco più prestigioso d’Italia spacciandosi per cantante. E tu non ci credi, ma ridi. Ridi un botto. Perché non può essere vero. VERO?!
Amadesus: 2. Lui ride. Ride tanto. Ride per tutto. Ma non c’è un cazzo da ridere. Cambia tutto, porta quintali di indie e poi vincono quelli usciti dal talent. Non è che – niente niente – ha sbagliato tutto?
Fiorello: 4. In cinque serate ha azzeccato solo una cosa, quando si è seduto nelle poltroncine come spettatore. Forse avrebbe dovuto fare solo quello.
Zlatan Ibrahimovic: 4,5. Anche il monologo? Sul serio?
Achille Lauro: 3. Fatemi uno squillo quando farà qualcosa che non è già stato fatto, già stato detto e via dicendo. Però oh, se qualcuno mi paga un decimo di quanto Gucci e la Rai hanno dato a lui, mi dipingo d’oro e vi dico che Achille Lauro è una figata pazzesca e che lo capiremo nel 3020 (quando fortunatamente saremo tutti già morti).
Sintesi. E anche la serata finale è andata. Sempre meglio di una gomitata sulle gengive.
Belli, noi ci ribecchiamo sempre da queste parti per altri eventi imprescindibili. Non mancate.
Alla prossima!
Fermi, fermi. Mi dicono che c’è stato un problema al microfono, canta nuovamente Renga.
Ma vaffanc….