Interessantissimo esordio per questa band Sicula dalla formazione decisamente particolare e inusuale, che mischiando Folk, Rock, Roots Etnico Siciliano & Sikano, dipingono una tela lisergica che scaraventa l’occhio, e soprattutto l’orecchio dell’ascoltatore, tra tarocchi, leggende e filastrocche dal sapore ancestrale. Insaporite da chitarre elettriche dolcemente punzecchianti, e dal ritmo incalzante, a volte sabbioso, a volte spigoloso, di percussioni di ogni genere, sapientemente suonate, Lu Stampatu appare come la tana del Bianconiglio, che per forza di sensazioni e rimembranze, alimenta la curiosità percettiva, spingendo chiunque ad un riascolto pressochè immediato.
Una volta presi dall’ubriacatura multicolor data dai Big Mimma, è facile perdersi in latenti richiami dati dal loro suond coinvolgente. Nella babilonia di suoni mescolati con stile e ottimo gusto, chiunque potrà trovarci i propri riferimenti e richiami, dalle virate chitarristiche umoristiche Zappiane, al basso di Steve Harris dei Maiden ( con tanto di cori alla Seventh Son ) , insomma riuscire a descrivere Lu Stampatu è impresa quantomai ardua, il consiglio è quello di lasciarsi trasportare dalla vertigine dei suoni che questi sapientoni Siculi riescono a domare, galleggiando da veri alchimisti in una dimensione arcaica e senza tempo, nel racconto, nel ricordo, da una pagina all’altra de Lu Stampatu.