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La Sindrome di Achille: un thriller e molto di più

Quando la passione si accomuna alla professione, si riescono a creare grandi lavori. È questo il caso di Francesco Scavino, medico e grande cultore del genere Thriller che ha deciso di pubblicare il suo primo romanzo intitolato “La sindrome di Achille”. La storia è ambientata nell’incantevole isola di Panarea (arcipelago delle eolie) gettonata meta turistica nel periodo estivo, dal fascino incontaminato in cui avvengono una serie di brutali omicidi, ad indagare sarà il giovane comandante dei carabinieri Marco Colonna. L’indagine sarà molto complessa,piena di sfaccettature e colpi di scena ma il comandante non sarà da solo, si servirà dell’aiuto di un affascinante dottoressa: Giulia Lanzetti  e di uno psichiatra che con la loro vasta conoscenza in campo medico gli daranno un grande aiuto per poter risolvere il caso e scoprire l’eventuale assassino.

Ma conosciamo meglio l’autore

Quando è nata la passione per il  Thriller?
A dire la verità piuttosto tardi, intorno ai 35 anni. Da ragazzo non ne leggevo molti. Tra i miei autori preferiti ci sono: Jo Nesbo un autore norvegese, Jeffery Deaver, Donato Carrisi,  Stieg Larsson e molti altri.

Cosa ti ha spinto a scrivere un libro?
Il mio desiderio era quello di scrivere un thriller che fosse ad un livello tale per cui il lettore avesse difficoltà ad individuare l’assassino, quindi questa era una sfida, la mia idea era quella di scrivere un thriller particolare, essendo tra virgolette un lettore del genere, avevo una certa esperienza quindi la sfida era questa. Lo scheletro era, appunto, quella del thriller….poi ovviamente scrivendo sono venute fuori altre cose. Se scrivi incominci a riflettere e la riflessione ti porta a mettere cose nel racconto che magari non pensavi,  grazie alla riflessione in qualche modo capisci meglio..quindi ho aggiunto cose che probabilmente non hanno nulla a che vedere con il thriller

Quindi la storia non era già strutturata si può dire che sia nata durante la scrittura..
Allora la struttura è sempre stata quella di un thriller, avevo già un impalcatura che ovviamente doveva rispecchiare la mia idea riguardo questo genere, quindi dovevo creare un personaggio che avesse determinate caratteristiche. Durante la scrittura, però,  sono venute fuori delle idee e delle riflessioni diverse per cui ho incominciato a scrivere  cose che non avevo pensato prima. È la scrittura stessa che ti porta.. cioè non è come la costruzione di un palazzo, dove  dall’inizio  sai perfettamente come verrà eretto.  Nell’elaborazione di un romanzo ( e questo è il mio caso) si ha lo scheletro, ma la forma si acquisisce durante la scrittura.

Per certi aspetti, ti riconosci nel protagonista?
È chiaro, posso riconoscere in Colonna certi mie atteggiamenti esempio: quando mangia la granita con panna,quando si allaccia le scarpe, quando si affaccia dall’alto di Calajunco vede il mare ed ha una certa nostalgia ricordando i tempi andati. Però ci sono anche altri personaggi in cui mi riconosco ad esempio la dottoressa Lanzetti, soprattutto per la cultura medica, la dottoressa ha un modo più critico di osservare le cose che ovviamente il protagonista non ha. Mi posso riconoscere in molti personaggi…ovviamente ci sono anche personaggi che prendono spunto da persone realmente esistite ed altri totalmente inventati che si ispirano a qualcuno visto per strada..

Perché hai scelto Panarea?
La scelta di Panarea nasce da tre componenti fondamentali. Primo perché è un isola che conosco bene, a me interessava costruire un thriller in una zona in cui potevo muovermi e quindi far muovere l’assassino in modo che il lettore potesse quasi vedere i posti attraverso cui avvengono le vicende, inoltre  sono molto affezionato a quest’isola  perché ci ho lavorato per molti anni e volevo renderla protagonista del romanzo, infatti, l’altra protagonista che spesso viene sottovalutata è propio Panarea: i suoi luoghi,personaggi,  odori, che rimangono per sempre se ci vivi per lungo tempo. È difficile non amare Panarea quando ci stai per tanti anni.  Altro fattore: Panarea è un isola piccola, quando si scrivono thriller hai due possibilità o li ambienti in luoghi grandi, città, regioni ecc. O li fai in un luogo piccolo dove i personaggi comunque sono quelli, cioè sono quelle persone che incontri tutti i giorni con cui ti saluti e scambi qualche parola e sicuramente, all’interno di questo spazio uno di loro sarà l’assassino,quindi diventa più difficile quando a disposizione hai un ambiente piccolo scoprire chi è il colpevole. Terza componente fondamentale è che Panarea è un luogo conosciuto in tutto il mondo quindi con un alta affluenza turistica, inoltre è sempre caratterizzata da questo alone di vacanza misto a libertà quindi ci si chiede: ” come può accadere tutto questo?”

Non hai mai avuto paura di essere banale?
Chi scrive  è portato a fare delle riflessioni personali ed è chiaro che si ha una certa paura nel trasportare le proprie idee e riflessioni nella carta, per cui quando scrivo certe frasi in cui parlo di psicologia, normalità, mi viene spontaneo domandarmi “dove finisce la normalità e inizia la psicopatologia…vi è una zona nera e una zona bianca o  anche una zona grigia dove la gente non può essere considerata ne malata ne sana e soprattutto, chi definisce questa linea di demarcazione?”. È chiaro che queste riflessioni che fino ad allora sono state solamente mie, ho timore che il lettore le possa considerare un po banali perché in effetti si esce un po dal thriller e diventa un po più romanzo, in effetti a me interessava attraversare anche argomenti che non rientravano nello schema puro del thriller. Se prendi l’assassino di un thriller, egli è l’uomo più cattivo di questo mondo che commette i reati più efferati e quindi va condannato, non ci si sofferma mai sulla sua vita ,sui motivi che lo hanno portato a compiere tali delitti… anche lui ha una storia. Alla fine mi chiedo, si può giustificare una persona come questa?

Cosa è per te un libro ?
Per me un libro è uno strumento che ti serve per arricchire sia lo spirito che la mente.

Progetti futuri?
L’idea sin dall’inizio è stata quella di partire da questo thriller per crearne altri, quindi i personaggi principali: Dottoressa Lanzetti, Maresciallo Colonna, Psicologo di Cesena penso che resteranno, penso anche che entreranno alcuni nuovi…..non so se  queste idee  possano essere portate tutte a termine. L’accoglienza positiva che ha avuto il libro, mi spinge nell’impresa…ammetto che se non avesse avuto un accoglienza così magari ci avrei ripensato..

Personalmente parlando, il libro rispecchia in tutto e per tutto l’idea dell’autore, ovvero creare una storia thriller spaziando anche su altri temi senza mai stancare il lettore, inoltre affronta in maniera analitica e originale il fattore psichico soprattutto dell’assassino, rendendolo crudele ma umano allo stesso tempo.

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Il libro può essere ritirato mediante:

EBSTERAMAZON.IT IBSBOLUNILIBRO – GULLIWERTOWN – DEASTOREEDITLAFELTRINELLI.ITLIBRERIAUNIVERSITARIADVD.ITGORILLA.IT – FACTOTUS

A Messina invece: Libreria Bonanzinga e Libreria Doralice

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