“La Freschezza del Marcio”, il settimo disco in studio di Mondo Marcio. Uscito lo scorso 11 marzo, ha fatto il suo debutto entrando direttamente alla posizione numero 4 nella classifica degli album più venduti in Italia. “La Freschezza del Marcio” è stato pensato, concepito, suonato e prodotto tra Milano, Londra e New York.
In occasione dell’uscita del disco in questione, ho avuto l’occasione di scambiare qualche parola con Mondo Marcio ed ecco com’è andata.
“La Freschezza Del Marcio”, iniziamo parlando dell’ultimo album. Com’è nato e perché hai scelto questo titolo?
La freschezza significa onestà, significa fare la propria musica, la propria cosa, fregandosene di tutto e tutti.
Fin dal primo ascolto è possibile notare che il suono è cambiato rispetto al passato. Mi spiego: c’è musica suonata, e quindi non si parla del classico beat totalmente computerizzato. È stato un esperimento (nel caso, ben riuscito) oppure è la direzione che hai deciso di prendere anche per i prossimi lavori?
L’Italia musicalmente ci offre poca o zero ispirazione, ho trovato in altri sound lo stimolo che cercavo. La musica suonata. Mettere la Band nel disco, ad esempio, cambia tutto.
In che modo hanno influito Milano, Londra e New York nel prodotto finale? Riesci a indicare una caratteristica dell’album riconducibile a ognuna di queste città?
Non tanto le singole città quanto i momenti che ho passato in esse. New York specialmente, l’energia è palpabile e ogni sera è diversa dalla precedente. Scriverei un disco alla settimana quando sono lì.
Una delle collaborazioni forse più attese dell’album è stata quella con Fibra. Si parlava di probabile “bomba” e così è stato, anche nel titolo. È qualcosa che anche voi pensavate di dover (ri)fare già da tempo, ma cosa vi ha convinto che fosse arrivato il momento?
Ci siamo ritrovati entrambi gasati ad ascoltare la canzone a opera finita. Non l’avremmo fatta uscire se non fosse stata così forte. Ogni artista, ogni uomo in realtà, è un viaggio, è una strada. Con Fabri ci si conosce da tanti anni ma le nostre sono sempre state in parallelo, mentre a questo giro si sono incrociate. Ed è uscito “Scoppia la bomba”!
Oltre a Fibra, nel disco sono presenti molte collaborazioni. E tutte di livello. Ognuna di esse aggiunge qualcosa al disco e forse anche a te. Ad esempio, in pochi si sarebbero aspettati un pezzo trap, come quello con Gemitaiz. E invece è venuto fuori qualcosa di diverso e bello nel suo insieme, che personalmente ho apprezzato. Quindi, credo che questa parte del disco sia stata molto curata al fine di tirar fuori qualcosa di realmente valido e che soddisfacesse per primo te, non come purtroppo spesso avviene pensando “chiamo tizio perché siamo amici”. Dunque mi chiedo: in che modo hai scelto i featuring?
Volevo un sound completo, volevo un album che parlasse a tutti, sempre rimanendo nel mio stile. E poi che ci devo fare, a me la trap piace un casino.
A proposito di collaborazioni. Nel 2014 è uscito “Nella Bocca Della Tigre”, un concept album caratterizzato da numerosi campionamenti di alcuni brani interpretati da Mina. Cosa ti ha lasciato questa collaborazione e in che modo ti ha fatto crescere musicalmente?
Sarà per sempre uno dei punti più alti della mia carriera. Quello che mi fa ancora più orgoglio è che non è stata una collaborazione a tavolino, di quelle commissionate dalle etichette. Con Mina c’è davvero stato un confronto musicale che mi ha insegnato tantissimo, ed è nato un rapporto. Mina è unica artisticamente ma ancora di più come persona. Il fatto di potere dire questo per me vale più di qualsiasi premio.
Nel mezzo tra il concept album con Mina e “La Freschezza Del Marcio” ci mettiamo anche “Gotham”, brano composto per la colonna sonora del videogioco Batman: Arkham Knight. Bella esperienza anche quella, no?
Non parlarmi di Batman o ti scrivo un libro. Sì, è stato molto divertente. Da rifare!
“Sono il primo rapper che abbia mai preso il largo, una vita che aspetto i rapper italiani al traguardo”. Dal 2004, anno del tuo primo disco, a oggi sono passati 12 anni. In questi 12 anni la scena rap italiana è cambiata non poco. Ancora oggi, però, quando si parla di rap non si può fare a meno di pensare ai primi anni duemila e il tuo nome risulta essere tra quelli che hanno contribuito a far conoscere meglio questa cultura al grande pubblico. Ecco, da quando hai iniziato a oggi, in cosa credi che il rap in Italia sia migliorato e in cosa peggiorato?
La scena è in continua evoluzione e sarà sempre così. Dare i voti non mi interessa, né è il mio ruolo. Mi piacciono rapper come Gemitaiz, perché non si mette maschere e personaggi addosso e questa cosa alla lunga paga. Consiglio alla nuova scuola di seguire il suo esempio.
E tu, dal 2004 a oggi, in cosa sei cambiato?
Vuoi dire in cosa -non- sono cambiato. Cerco sempre di evolvermi, restando fedele a me stesso.
“Non posso lasciare il gioco, al rap servo”. Hai un’etichetta discografica, una linea di abbigliamento, stai scrivendo un libro e sicuramente sto dimenticando qualcosa. Hai mai pensato a cosa fare quando e se smetterai di fare musica in prima persona?
Richiedimelo fra 10 anni.
A maggio partirà il tour, quali saranno le prime date?
Sorpresa! Grandi cose in arrivo!
Siamo giunti al termine. Non mi resta che salutarti e ringraziarti per il tempo che mi hai concesso. Come di consueto, l’ultimo spazio lo lascio per linkare i tuoi contatti sui vari social network, il tuo sito ufficiale e tutto ciò che occorre per rimanere in contatto con te e con la tua musica.
Grazie!
www.mondomarcio.net