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Il Testo del Giorno: My Way – Frank Sinatra – #10

Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione.

[Steve Jobs, Stanford University, 12 giugno 2005]

Decimo appuntamento con un inizio e una fine, poco altro. Steve Jobs augurava ai neolaureati di Stanford una carriera “affamata e folle”. The Voice, in uno dei pezzi più celebri del Novecento, tira le somme di una vita trascorsa intensamente, celebrandone le scelte fatte a modo proprio. C’è un collegamento forte tra i due momenti: stasera solo un inizio e una fine, ciò che c’è in mezzo dipende da ognuno di noi.

Qualche fatto: My Way è la versione inglese di Comme d’Habitude (di Claude François). Riadattata da Paul Anka nel 1968 e incisa da Frank Sinatra, conta un numero interminabile di reinterpretazioni. Nonostante l’odio nutrito da Ol’ Blue Eyes per il pezzo, è uno dei brani più rappresentativi e commoventi di Sinatra, basato su un crescendo (accompagnato dall’inasprirsi del testo) che porta all’acuto finale (“I did it my way”) su cui la canzone termina.

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For what is a man, what has he got?
If not himself, then he has naught.
To say the things he truly feels;
And not the words of one who kneels.
The record shows I took the blows –
And did it my way

[Cos’è un uomo, cosa possiede? Se non stesso, non ha nient’altro per dire ciò che veramente sente e non le parole di uno che s’inginocchia. La storia dimostra che ne ho prese di brutto e l’ho fatto alla mia maniera.] 

Ho volutamente citato delle frasi (Jobs e Sinatra) pronunciate da veri vincenti nella vita. L’uno, una delle più brillanti menti della cyber-age, l’altro, forse, il più grande e celebre cantante che abbia mai camminato sulla faccia della Terra. Ma ciò che c’è dentro è tutto fuorché self-celebrating. L’uno spinge avanti, l’altro morde il freno e guarda indietro. Nessuno dei due sta alzando premi, nessuno dei due celebra la propria eccellenza. E’ espressione del potenziale sotto forma di “espressione del personale”: fai ciò che ami e ama ciò che fai. Nella vita vince chi fa ciò che vuole amando ciò che fa. Complicato ma semplice: siate affamati e folli, sappiate perdere e prendere schiaffi, ma solo se amate ciò che fate.

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Il testo di My Way è stato inserito nell’archivio testi di Atom Heart Magazine. Link

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=kF-rtkrcQRg[/youtube]

And now, the end is near;
And so I face the final curtain.
My friend, I’ll say it clear,
I’ll state my case, of which I’m certain.

I’ve lived a life that’s full.
I’ve traveled each and ev’ry highway;
But more, much more than this,
I did it my way.

Regrets, I’ve had a few;
But then again, too few to mention.
I did what I had to do
And saw it through without exemption.

I planned each charted course;
Each careful step along the byway,
But more, much more than this,
I did it my way.

Yes, there were times, I’m sure you knew
When I bit off more than I could chew.
But through it all, when there was doubt,
I ate it up and spit it out.
I faced it all and I stood tall;
And did it my way.

I’ve loved, I’ve laughed and cried.
I’ve had my fill; my share of ‘boozing’.
And now, as tears subside,
I find it all so amusing.

To think I did all that;
And may I say – not in a shy way,
“No, oh no not me,
I did it my way”.

For what is a man, what has he got?
If not himself, then he has naught.
To say the things he truly feels;
And not the words of one who kneels.
The record shows I took the blows –
And did it my way!

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