fbpx

Degà ci racconta il suo “Gin Tonic”

“Gin Tonic” è il titolo dell’ultimo singolo e video del cantautore Gaetano Marrone, alias Degà, disponibile da giovedì 19 novembre in tutte le piattaforme digitali e pubblicato da What We Do. A quattro mesi dall’ultimo singolo “Bramarti”, il cantautore di origini napoletane torna con una indie ballad dalle sonorità pop per raccontare l’amore con il suo sguardo romanico e concreto. Ce lo spiega il diretto interessato.

“Gin Tonic” è il tuo ultimo singolo e il tema principale è l’amore raccontato da te in modo romantico ma concreto, attuale. Come mai hai scelto proprio questo tema?

Sicuramente l’amore è un sentimento che al livello emotivo ha un impatto molto forte, poi se si tratta di un amore non corrisposto è la fine. Quindi è normale che sia una fonte di ispirazione importante. Ma questo è un discorso che non vale soltanto per me ma per il resto della musica italiana in generale. Anche se cerchi di schivare l’argomento dell’amore, poi caschi sempre per inciamparci. L’80 percento dei repertori dei cantanti è fondato sull’amore.

La copertina del singolo Gin Tonic

Sei così romantico ma coi piedi per terra anche nella vita e nelle tue relazioni?

Decisamente si. Hai centrato in pieno. Ho sicuramente un approccio romantico e passionale in ogni cosa che faccio, ma sono decisamente “inchiodato coi piedi per terra”, sono un sognatore che a volte sogna con il rischio calcolato, ecco questo un limite che mi auspico di perdere in futuro.

Come mai hai scelto di rappresentare il vuoto lasciato da una relazione con il drink “Gin Tonic”?

Per quanto riguarda l’uso del titolo “Gin Tonic” è dovuto dal fatto che era un elemento che ho potuto utilizzare in due chiavi diverse nella canzone: all’inizio della storia lo evidenzio come elemento di piacevole condivisione, alla fine come elemento sgradevole di auto sabotaggio. Poi dai, in verità non è neanche un drink così tanto alcolico se lo si fà e si beve nel modo giusto. C’è chi lo beve come aperitivo.

Se tu fossi un cocktail quale saresti e perché?

Leggi anche  I-Days Milano 2024: Queens of the Stone Age live il 6 luglio 2024

Se fossi un cocktail sarei un Mojito. Inizialmente si presenta gradevole e scende come l’acqua, quasi non ti accorgi che è un drink. La dolcezza dello zucchero di canna e la freschezza della menta coprono la robustezza del Rum, quindi è inevitabile che ci sarà un secondo bicchiere, e poi un terzo. Ecco poi dopo sono guai. Così sono io, inizialmente discreto è piacevole, poi divento uno scassa…

Musicalmente nel brano “Gin Tonic” spicca su tutto il suono della chitarra acustica: rappresenta qualcosa nella ballad del brano, forse “suona” come un grido di dolore e come richiesta di aiuto del protagonista?

Come hai ben potuto capire “ Gin Tonic” l’ho scritta con la chitarra acustica, strumento il quale mi accompagna da sempre. Negli ultimi anni ho iniziato ad approcciare al pianoforte, per cercare di scavare nuove sonorità e nuove armonie che mi ispirassero a creare melodie diverse, ecco ritornando a “Bramarti”, è stata scritta accompagnandomi con il piano. Ma spesso, mi capita che inizio con uno strumento e finisco con un altro, anche più volte durante la stessa canzone, tipo le ultime canzoni le ho scritte quasi tutte usando entrambi gli strumenti per la composizione, è devo dire che mi piace, sento uno sviluppo melodico che apre diversamente, strizzando l’occhio a più mondi che alla fine girano sempre attorno al pianeta: Degà.


Quali elementi pop sono presenti nel brano “Gin Tonic”? E quelli indie?

Come elemento pop sicuramente ci trovo la struttura musicale del brano, molto classica nel insieme. Una ballad che cresce ed incalza man mano. Come elemento Indie, sicuramente gran parte del testo, l’uso dei suoni e delle voci, sono riconducibili certamente all’itpop attuale.

Il videoclip è come un racconto fatto di immagini, ma dove è stato girato?

Leggi anche  Jaidem e la luce, fuori il nuovo singolo per Trumen Records

Il videoclip è girato a Roma, a Villa Borghese, l’idea è stata quella di concentrare il focus soprattutto sull’espressione dei protagonisti, e di lasciare come unico sfondo la malinconia di un parco in autunno. Anche perchè la storia si è consumata in Autunno, proprio pochi giorni prima del quel viaggio a New York, tanto aspettato, quanto rimpianto.

In contrapposizione alla ritmicità del brano il video risulta più pacato: perché questa scelta?

In primis c’è da dire che non mi piacciano i video delle canzoni didascalici. Comunque si, ho cercato di andare in controtendenza alla canzone, già da se molto dinamica. Come dicevo prima, ho voluto che le singole espressioni degli attori richiamassero il testo della canzone, fatto sta, che i protagonisti hanno ascoltato la canzone cercando di farsi trasportare dalla storia, senza una particolare linea registiche, per far si che il tutto risultasse d’ausilio per l’ascoltatore ad immedesimarsi nel brano.


Recentemente hai pubblicato su Instagram una cover dei Coldplay: è uno spolier del tuo prossimo singolo o album?

Beh i Coldplay sono sicuramente una fonte di ispirazione importante per me, sopratutto quando mi metto a comporre al piano. Dall’inizio degli anni 2.000 hanno influito sulla produzione e composizione di molti artisti italiani e non! Per quanto riguarda la cover, non è nessun indizio, l’ho suonata è cantata per puro piacere. The Scientist è una canzone che ha qualcosa di magico, non ti stanchi mai di cantarla ed ascoltarla, la classica canzone che da sola vale il biglietto del concerto.

Gaetano Marrone in arte Degà

Che ne pensi dei talent musicali? Ti sei mai proposto o vorresti partecipare?

Non nego che in passato ci ho provato tante volte. Non ho un buon ricordo al dire il vero. Ho visto dinamiche che non avrei mai voluto vedere, che se non fosse stato per il mio amore incondizionato per la musica, ad oggi avrei smesso. Sicuramente sono un trampolino di lancio importante per alcuni. Per decenni hanno condizionato l’intero mondo musicale italiano, ma fortunatamente ora non sono l’unico tramite, i social e lo streaming hanno avuto negli ultimi anni un ruolo importante per la nascita di tanti artisti, che se fosse stato per i talent ed i vari festival, oggi non avremmo avuto modo di ascoltare.


Facebook sta a Myspace come Instagram sta a TikTok?

Leggi anche  A-ha: la band norvegese che ha conquistato il mondo

Eh bella domanda. Spero con tutto il cuore di no. Non sono stato mai un grande fun di Myspace, infatti quando è uscito Facebook per me è stato molto più facile, poi è uscito Instagram ed ha fatto subito breccia su di me, oggi è il social che uso maggiormente. TikTok non lo vedo per niente funzionale per un cantautore, almeno che non sei un Hitmaker che vuole sponsorizzare il balletto del suo nuovo pezzo in salsa reggaeton o latineggiante. Non è il mio caso.


Soundreef o SIAE?

Fedele ancora alle SIAE! Ho resistito anche alla crisi del settimo anno.

Commenta

Torna in alto