È stato assegnato il Nobel per la Pace 2013, andato all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), che si batte per eliminare le armi chimiche nelle guerre, soprattutto per quanto riguarda il conflitto in Siria.
La commissione norvegese ha motivato l’assegnazione del Nobel dicendo che è stata scelta questa organizzazione per “i suoi ampi sforzi per eliminare le armi chimiche”. “Grazie al lavoro dell’Opac l’uso delle armi chimiche è un tabù”, continua il Comitato nella motivazione dell’assegnazione. “Quanto accaduto in Siria, dove sono state usate queste armi, riporta in primo piano la necessità di incrementare gli sforzi per eliminare questi armamenti”. L’organizzazione Opac è stata fondata nel 1997 per dare attuazione al Trattato di interdizione all’uso delle armi chimiche firmato nel 1993.
“Il premio è un messaggio ai Paesi che non hanno ratificato il Trattato di bando delle armi chimiche a firmare” spiega il presidente della commissione.
Il vincitore del premio è stato annunciato alle 11, ora italiana. L’annuncio è stato anticipato da una rivelazione della tv norvegese Nrk, la stessa che l’anno scorso aveva rivelato con un’ora di anticipo che il Nobel era stato vinto dall’Ue. L’altra favorita, Malala Yousafzai, la sedicenne pachistana diventata simbolo mondiale della lotta per il diritto all’istruzione, rispondendo alla domanda di Christiane Amanpour della Cnn sulla possibilità di essere insignita del riconoscimento, aveva risposto: «Ricevere il premio Nobel per la Pace sarebbe un grande onore e più di quello che merito». «Devo lavorare molto», ha ribadito la giovane attivista, che ha un sogno ambizioso: diventare primo ministro del Pakistan per «salvare» il Paese.