Stephen Hawking è stato ed è tuttora uno degli uomini più importanti della comunità scientifica internazionale. Numerosi sono stati gli adattamenti televisivi e cinematografici dell’incredibile storia della sua vita, tra cui Hawking, film BBC del 2004 con protagonista Benedict Cumberbatch, che ci mostra il giovane scienziato nei primi anni di successo accademico e, al contempo, della sua degenerativa malattia. Dieci anni dopo, il regista James Marsh porta sul grande schermo The Theory of Everything – La Teoria del Tutto, che invece ci fa imbarcare in un viaggio più lungo, che guarda a tutta la vita di Stephen Hawking, dalle aule di Cambridge al successo internazionale. Il film è basato sul libro dell’ex moglie di Hawking, Jane Wilde Hawking, Travelling to Infinity: My Life with Stephen, e il tema del rapporto tra i due è in effetti ciò che più caratterizza questo adattamento cinematografico in particolare.
È Eddie Redmayne a vestire i panni del fisico. Il suo aspetto incredibilmente giovanile, il taglio di capelli, gli occhiali e la mimica facciale, tutto in lui è perfetto per interpretare la parte del giovane Hawking, dottorando in fisica all’università di Cambridge, che a una festa incontra la donna con cui finirà per trascorrere ben trent’anni della propria vita, Jane Wilde (Felicity Jones). Nonostante la precoce manifestazione della malattia, Jane decide di sposarlo e vivere quelli che sarebbero dovuti essere pochi anni della vita di Stephen al suo fianco, supportando le sue rivoluzionarie teorie, vedendolo laurearsi e affrontare a testa alta la comunità scientifica per provarle, a qualunque costo. Grande è anche l’interpretazione di David Thewlis, nei panni di Dennis Sciama, uno dei padri della cosmologia moderna e, in questo caso, il professore che più di tutti ha incoraggiato Stephen a far sentire la propria voce.
Seguiamo Stephen e Jane attraverso il dolore della malattia, la gioia della vita familiare, il successo mediatico e tutte le difficoltà incontrate nel corso gli anni. Degno di menzione è anche il meraviglioso Charlie Cox, che interpreta Jonathan Jones, l’uomo che per molti anni, ha aiutato la famiglia Hawking e ha infine conquistato il cuore della fedelissima Jane, dopo trent’anni di instancabile supporto a Stephen. Hawking stesso, quello vero, presta tra l’altro la voce a Redmayne nell’ultimo quarto del film, portando un elemento di realtà in più in un film che racconta una storia già di per sé vera.
Musica, immagini, interpretazioni degli attori, regia: tutto in The Theory of Everything è degno di nota e riconoscimento. Si tratta di un mix assolutamente vincente tra realtà, finzione, romanticismo e dramma, che conquista dai primi minuti e lascia incollati alla sedia fino alla fine. La prova artistica di Redmayne, classico gentiluomo britannico apparentemente pronto a conquistare Hollywood in un fiammeggiante tête-à-tête con il collega Benedict Cumberbatch, gli ha valso un meritatissimo premio a Miglior Attore Protagonista ai Golden Globe dello scorso 11 gennaio, a cui peraltro erano nominati anche il film stesso, Felicity Jones come Miglior Attrice e la stupenda colonna sonora di Jóhann Jóhannsson, che è riuscita a portare a casa la statuetta. Con 14 premi già in tasca e 107 nomination totali tra premi maggiori e minori di critica, The Theory of Everything è senz’altro un film che verrà ricordato negli anni a venire.
The Theory of Everything ha ricevuto cinque nomination agli Academy Awards 2015: Miglior Film, Miglior Attore Protagonista, Miglior Attrice Protagonista, Miglior Colonna Sonora e Miglior Sceneggiatura Non Originale.
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