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Sanremo 2019 – Le pagelle della quarta serata

Siccome qui non so che scrivere, cito Morgan a caso: Dio ti prego segnati ‘sti nomi. Bene, adesso passiamo ai voti.

Federica Carta e Shade e Cristina D’Avena: 4. Il pezzo fa sempre schifo, ma almeno adesso sembra il pomeriggio di Italia 1 degli anni ’90 e ne guadagna. Poco. Ma ne guadagna. Aridatece Rossana e Piccoli Problemi Di Cuore.

Motta e Nada: 8. Si vola alti. Altissimi.

Irama e Noemi: 1. Niente, ‘sto pezzo resta orrendo in tutte le salse e chiunque lo interpreti. Che roba brutta brutta brutta. Dispiace per la voce di Noemi sprecata in questo modo assurdo.

Patty Pravo e Briga con Caccamo: 2,5. Alla quarta serata, la voce di Patty Pravo è abbastanza a terra. Un po’ come le nostre palle quando canta (?) Briga.

Negrita con Enrico Ruggeri e Roy Paci: 8,5. Ci scappa del rock, ciccio (cit). Abbracciamoci forte.

Il Volo con Alessandro Quarta: 2-. Una discreta mazzata sui coglioni. Ho altri masochismi, ragazzi miei.

Arisa con Tony Hadley e i Katalo: 7,5. Due voci pazzesche e un “missssento beeeaneeeeaaa” di Tony Hadley che rimarrà nei secoli dei secoli e ho già provveduto a impostare come sveglia ogni mattina.

Mahmood con Guè Pequeno: 8. Mahmood spacca. Con Guè si fondono alla perfezione. E la zarroganza del buon Cosimo Fini regna sovrana. Come cazzo era vestito?

Ghemon con Diodato e Calibro 35: 9. Per la perfezione c’è ancora tempo, per emozionarci basta alzare il volume in cuffia e ascoltare le voci di Ghemon e Diodato. I Calibro 35 son sempre una garanzia.

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Francesco Renga con Bungaro e le due etoile Abbagnato e Vogel: 4. ‘Sta roba possono confezionarla come vogliono. Ci possono mettere Bungaro, le ballerine, i carri a festa e le stelle filanti. Tutto inutile.

Ultimo con Moro: 3. Steccano. Urlano. Fracassano. Fanculo tutti e due. Davvero.

Nek e Marcorè: 3,5. Devo decidere chi dei due sia stato peggio. Il problema è che me ne frega davvero poco e quindi passiamo ad altro.

Boomdabash con Rocco Hunt e i cantori di Milano: 3. Estate. A febbraio. All’Ariston. Con lo zecchino d’oro e Alvin Superstar. Fermateli. Fermatevi.

The Zen Circus con Brunori Sas: 8. Arrangiamento pazzesco. Con Brunori diventa una figata.

Paola Turci con Beppe Fiorello: 9. Paola regna su tutto e tutti. Il duetto con Beppe Fiorello emoziona. Fenomenale.

Anna Tatangelo con Syria: 2. Se per voi va bene, io me ne dimenticherei anche subito.

Ex-Otago con Jack Savoretti: 4,5. Spentissimi. Dispiace per Savoretti che merita tantissimo.

Enrico Nigiotti con Paolo Jannacci e Massimo Ottoni: 8. Nigiotti sta maturando a vista d’occhio. Bene così. Il pericolo della trasformazione in Grignani sembra ormai passato.

Loredana Berté con Irene Grandi. 8. La Bertè è più rock di tutti. Il pezzo continua a non essere un granché, ma lei tiene in piedi tutto. Spettacolo puro.

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Daniele Silvestri e Rancore con Manuel Agnelli: 10. Prendi la parte migliore del rap italiano (Rancore), un pezzo di storia del rock italiano (Manuel Agnelli) e aggiungi uno dei pochi veri cantautori rimasti (Daniele Silvestri). Risultato? Hai fatto crollare l’Ariston. I migliori di tutti.

Einar con Biondo e Sergio Sylvestre: 2. Va beh. Biondo (chi?) con l’autotune pure per dire grazie. Dovrebbero scattare le manette.

Simone Cristicchi con Ermal Meta: 8,5. Il duo funziona a meraviglia. Il pezzo di Cristicchi è poesia pura. Religioso silenzio qui.

Nino D’Angelo e Livio Cori con i Sottotono: 3. Dato che la canzone è un tormento, loro con Tormento ci duettano. GENI. Sembra la sagra del crostone a Strozzacapponi.

Achille Lauro con Morgan: 11. No, no. Il pezzo resta sempre una finissima porcheria. Ma abbiamo scritto la storia, signori miei. Strafatti di LSD e spaccati ammerda. Ma cazzo se l’abbiamo scritta. Morgan che chiude nominando gente a caso e dicendo a Dio “ti prego segnati ‘sti nomi”. Momento inarrivabile nel passato, nel presente e nel futuro. L-E-G-G-E-N-D-A!

Ligabue: 10. Non si potrebbe valutare. Ha scritto pagine di vita per generazioni. Le scenette comiche iniziali possiamo anche far finta di non averle mai viste. Liga è Liga. E sarà sempre Liga. Grazie di tutto, fratello.

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Anastasio: 4. Il rapperino per famiglie scrive un pezzo appositamente per “duettare” con Bisio. Non se ne capisce il motivo e campavamo bene anche senza. Però, tant’è. Amen.

Claudio Baglioni: 6 d’ufficio (spiegato qui). Oggi gli ospiti erano pochi e il duetto con Anastasio gliel’ha fottuto Bisio. Danni limitati. (Voto reale: 3)

Claudio Bisio e Virginia Raffaele: 0,7. Peggiorare di serata in serata non è cosa da tutti. Bravi. Per la finale cosa avete in programma, l’armageddon direttamente? (Vale sempre il principio per cui il loro voto sia la somma del voto dei singoli: fatevi due calcoli, non posso far sempre tutto io!).

Premio per il miglior duetto

Vincono Motta con Nada. Erano nel mio personale podio, ma venivano dopo Silvestri e Rancore con Agnelli e Paola Turci con Beppe Fiorello. Frega niente a nessuno, lo so, ma qualcosa in merito dovevo pur scrivere.

A domani, per l’ultimo sforzo. E dico “Ultimo” non a caso. Ha già vinto. Il televoto farà disastri come sempre. Piangiamo forte.

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