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Sanremo 2013 – Day #4: Sanremo Story uber alles

È finita anche la quarta serata del Festival di Sanremo, la più inutile. Roba che rimpiangi i momenti in cui gente si vuole buttare dalla galleria ma c’è Baudo pronto a salvarlo con il suo far da supereroe.

Ma andiamo con ordine: questa serata di Sanremo non era una serata di gare ma una serata per festeggiare il ricordo dei Sanremo che furono. Quindi tornano quelle storiche canzoni che hanno dato il nome al Festival di Sanremo, ad esempio Luce di Elisa oppure Con un Bacio Piccolissimo portata a Sanremo da Robertino.

Non fosse che Fazio si è dimenticato di ricordare ai cantanti in gara che la serata di oggi non era un “Chi canna di più la canzone vince” dato la qualità delle cover portata dai nostri artisti (se ne salvano forse 5: Elio e Le Storie Tese (che novità), Max Gazzè, Simone Cristicchi,Malika Ayane e volendo essere molto magnanimi e far finta di non aver sentito il vibrato ogni secondo di canzone anche Marco Mengoni ha stupito non rovinando completamente il pezzo.) tutti gli altri hanno deciso di rovinare uccidere la canzone scelta.

Uno su tutti è sicuramente Raphael Gualazzi che ha proposto una versione orrenda  di Luce canzone vincitrice del Festival di Sanremo nel 2001, seguito a ruota da Maria Nazionale, della quale ancora non mi spiego la presenza sul palco, che ha deciso di torturare Perdere L’Amore (Massimo Ranieri). Non vorrei ancora nominare i Modà ma loro non me ne danno la possibilità e fanno una delle cover più brutte possibili, e aggiungendoci che conoscendo solo quei quattro accordi che usano nelle loro canzoni sono riusciti a far sembrare Io che Non Vivo una canzonetta pop da quattro soldi, come le loro appunto. Anche Chiara Galiazzo ha deciso che della serata di oggi non gliene poteva fregare una minima cippa e ha deciso di cantare a cazzo Almeno Tu Nell’Universo. Per Annalisa ed Emma Marrone serve una menzione? A parte il fatto che pare che Annalisa si sia dimenticata il senso del gusto nel vestirsi (e nel scegliere con chi duettare) si può dire solamente che Emma Marrone urla, non si sa per cosa, ma urla. 

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I senza voto, ovvero quelli che non hanno fatto così schifo ma potevano anche far finta di divertirsi sono: Daniele Silvestri che ha portato la cover di Piazza Grande storico successo di Lucio Dalla, sicuramente anche i Marta sui tubi con Antonella Ruggiero che hanno portato Nessuno di Wilma de Angelis, possiamo far rientrare nei senza voto anche Simona Molinari & Peter Cincotti con Franco Cerri con la loro versione di Tua di Jula de Palma, menzione a parte per gli Almamegretta con Marcello Coleman, James Senese e Clementino con una versione tutta loro de Il Ragazzo della Via Gluck. “Lasciate crescere l’erba” daje.

I migliori in gara, come già detto, sono gli Elio E Le Storie Tese con un Rocco Siffredi in versione Prèvert e loro in dimensioni piccolissime, con dei strumenti piccolissimi e con la canzone Un bacio Piccolissimo di Robertino. Sicuramente anche Max Gazzè che si riconferma uno degli artisti più bravi di questo Festival e che ha portato la cover di Ma Che Freddo Fa di Nada. Uno che sicuramente ha stupito è stato certamente Simone Cristicchi con la cover di Canzone Per Te di Sergio Endrigo. Una menzione va data anche a Malika Ayane Marco Mengoni che hanno portato delle belle cover di Cosa Hai Messo Nel Caffè Ciao Amore Ciao, rispettivamente di Antoine Luigi Tenco.

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Per quanto riguarda i giovani, invece, Antonio Maggio vince con Mi servirebbe sapere, bisogna far notare una cosa: il vincitore è stato scelto al 25% dal pubblico, un altro 25% dalla stampa e 50% da Giovanardi. Grande sorpresa il fatto che Il postino (amami uomo) di Renzo Rubino non abbia vinto. Il Cile vince il premio per il miglior testo con Le Parole Non Servono Più. Il premio della critica va invece a Renzo Rubino. Mentre se ne tornano a casa, con la coda tra le gambe, Ilaria Porceddu ed i Blastema.

Sulle ospitate di questa sera non mi voglio esprimere, un Baudo assente che rovina le battute che non capisce della Littizzietto e che continua ad affermare che il tentato suicidio fu tutto vero e non una messa in scena, anche se dalla galleria a terra il massimo che ti puoi fare è rompere qualche osso, lui continua ad affermare che si volesse suicidare davvero. Bràvo. Devo ringraziare, invece, Bollani l’unico che ha dato un senso a questa serata, pare che nel mentre Allevi fosse intento a prendere appunti di come si suona il piano. Rockfeller non lo nomino, mi rifiuto.

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E anche la quarta serata del Festival di Sanremo è finita! Ma non temete tornerà anche questa sera con la finale dei big.

Buona fortuna.

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