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Facebook: gli utenti che non vorresti tra i tuoi amici, ma che invece hai (Parte 1)

Facebook è uno di quei posti in cui è possibile imbattersi in personaggi di ogni tipo: dal commentatore seriale al tifoso, all’aspirante velina e a chi più ne ha più ne metta. Ognuno ha le proprie peculiarità e i propri tratti distintivi, ma di qualsiasi categoria faccia parte l’individuo preso in esame, sarebbe comunque un’ottima cavia per qualsivoglia esperimento sociologico. Di seguito, vediamo un elenco di alcuni degli utenti che è più facile trovare nella nostra lista amici.

Il commentatore seriale. Commenta tutto ciò che gli capita a tiro: link delle pagine più insensate, stati di amici e amici di amici, foto, video e sondaggi (dovrebbe solo cliccare sulla risposta, ma lui clicca sulla risposta e commenta rinnegando addirittura la risposta appena scelta). Non sa resistere alla dicitura “Scrivi un commento…”. Appena la legge, deve esprimere la sua opinione, e lo deve fare obbligatoriamente su qualsiasi cosa. Eppure, armandoci con un pizzico di pazienza, riusciremmo anche a tollerarlo. Se solo non fosse convinto che il mondo intero non stia aspettando altro che conoscere finalmente il suo pensiero.

Il complottista. Per lui, qualsiasi cosa accada nel mondo è frutto di un complotto. Lui lo sa, anzi l’aveva già capito prima ancora che accadesse. Per questo motivo tiene ad avvisare tutti, scrivendolo a caratteri cubitali sulla propria bacheca. Alieni, Illuminati, Massoni, Nuovo Ordine Mondiale e via dicendo, sono tutti lì, dietro l’angolo che aspettano di far fesso anche lui. Inutilmente, però. Perché lui è sempre un passo avanti a tutti. E se tu, che di trovare tutte le sue teorie sulla TUA home, sulla TUA bacheca e persino nei TUOI messaggi privati, ti saresti anche un po’ rotto le balle e provi a farglielo notare con la massima educazione possibile, lui ti risponderà in caps lock che non sei altro che una semplice e insignificante pedina ad uso e consumo di chi governa il mondo.

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Il copia-incolla. Gli piacciono i tuoi stati e ciò che scrivi, ma non li condivide né clicca mai “mi piace”. Utilizza il suo fedele (e probabilmente unico) amico mouse unicamente per selezionare tutto di sana pianta e incollarlo sulla propria bacheca. Non cita mai la fonte, né specifica che il testo scritto non è suo. Al contrario, nel momento in cui inizieranno a piovere commenti entusiasti sotto il nuovo stato, la sua poca autostima aumenterà considerevolmente, e lui ringrazierà compiaciuto senza aggiungere altro. Nella sua bacheca non troverete mai tre semplici parole messe in fila come “Non è mio”.

L’io so’ io… e voi non siete un cazzo. È convinto che dall’alto della sua veneranda età (da mezzo del cammin di sua vita) sia l’unico a poter commentare ed esprimere opinioni su determinati argomenti: musica, politica e giustizia sportiva. Se la tua età non supera i trent’anni, commenterà i tuoi stati scrivendo che faresti bene a continuare a giocare con i Lego e che per trascendere al livello in cui poter avere una tua opinione su ciò che hai appena scritto, dovresti prima diventare come lui (arrivando, quindi, alla conclusione che ancora hai molta strada da fare). A parer suo, inoltre, non puoi parlare di gruppi degli anni ’70 o ’80 perché non c’eri ed è convinto tu non sia in grado di andare su Youtube (anche perché, nella maggior parte dei casi, non sa neanche cosa sia) o in un qualsiasi negozio di dischi. In sintesi: tu scrivi solo stronzate, lui no. Ma passa la vita a leggerle, commentarle e a incazzarsi perché tu le scrivi. Nella tua bacheca, per altro. E rivuole i suoi scudetti.

Il rapper (o aspirante tale). La sua bacheca è un susseguirsi di insulti ai più famosi colleghi che vendono migliaia di copie e che, a suo dire, stanno in classifica perché sono dei venduti e per arrivarci hanno fatto le peggio cose, di cui lui e i suoi compari hanno le prove perché una volta suo cugino gli ha detto che un suo amico gli ha detto che qualche tempo fa suo zio, in fila alle poste, ha conosciuto un tizio che ha provato a far pubblicare l’album di suo nipote tramite un suo amico che ha un cugino che ha uno zio che lavora in un supermercato, ma che conosce un tizio la cui moglie ha una sorella che ha una vicina di casa che ha un marito che ha un fratello che ha un figlio che lavora per una casa discografica e che va a fare la spesa in quello stesso supermercato ogni martedì mattina. Così, gli ha chiesto il favore e quello gli ha risposto: “Io faccio solo le pulizie. Piuttosto, accettate il buoni pasto?”. Il tutto, un bel giorno, verrà messo in rima (o qualcosa di simile) e rappato (o qualcosa di poco simile) su una base fatta con la pianola Bontempi e pubblicato su Youtube. Al momento di condividerlo su Facebook, verrà accompagnato da parole al veleno come: “NUOVA MERDA! NIUW SHIT! FRESCA fResca! PerKé io nn mi SN mai Venduto e non hommai acceTTATO BUONIPASTO! FACH Tis SCIT E LISSEN ‘STA ROBbbBA! SUPPORTATE LAGGENTE VERA! W L’ANDERGRAOUND!”. Il primo commento sarà sempre quello del suo migliore amico d’infanzia che, senza aver ancora ascoltato il pezzo, gli scriverà sotto: “YO! BELLA FRATE’! e 1 BombaaaaaaaAAAAAA! Stavolta ai spakkato tt bhrò! POW POW!! PUM PUM!!”. La vittima, in qualsiasi caso, sarà sempre e comunque la musica.

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L’attivista politico. Ha scelto uno schieramento e rimarrà fedele alla linea per il resto della sua esistenza. Pd, Pdl, Sel, Movimento Cinque Stelle, Azione Civile o altre accozzaglie di politici, politicanti e aspiranti tali. Lui è un militante 2.0, di quelli dell’era d’internet, o almeno crede di essere tale e si comporta come se lo fosse sul serio. Condividerà qualsiasi cosa la pagina del suo partito metterà online, accompagnandola con descrizioni ora entusiastiche ora indignate, ma che in ogni caso si concluderanno con l’ormai celeberrima frase da SMS a catena di Sant’Antonio: “FATE GIRAREEEEE!!!11!”. Si prenderà la briga di commentare i tuoi stati in cui prendi di mira il Pdl dandoti del comunista, in quelli in cui prendi di mira il Pd ti taccerà di becero fascismo, e in quelli in cui prendi di mira il M5S sarai etichettato come qualunquista che si merita il Governo che ha e, probabilmente, la colpa se l’Italia sta andando allo scatafascio è unicamente tua. In ogni caso, concluderà la sua requisitoria augurandoti di morire.

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La seconda parte, la trovate QUI!

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