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Debbit, fuori il video che accompagna l’ep ‘È Il Mio Turno’

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‘È Il Mio Turno’ è il titolo del nuovo ep dell’mc romano Debbit, adesso fuori con l’omonimo videoclip.

Reduce dalla partecipazione Mtv Spit che lo ha visto protagonista assieme ai migliori freestyler nazionali, Debbit si accinge a pubblicare per La Grande Onda il suo primo lavoro ufficiale. Un lavoro che nasce dall’immediatezza del momento, un modo per fissare idee e rime nate da questo periodo intenso dove tra impegni televisivi, sessioni di studio e battle di freestyle è arrivato finalmente il “suo turno”, il momento per dire la sua.

Nonostante “È Il Mio Turno” sia solo un piccolo assaggio di quello che sarà il vero e proprio album, nelle 5 tracce emerge chiaramente quello che è il mood di Debbit. Fresco e spettacolare, concentra al suo interno tecnicismi, ritmi ed una scrittura ed un flow molto originale in bilico con tra modestia e super ego. Ma proprio questo ego che Debbit ha voluto esaltare dipinge – non a caso Debbit è anche un writer – questo momento importante della sua carriera. Momento dove al centro della scena c’è lui e le sue rime.

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La caratteristica principale di Debbit è la positività: “puro rap, pura musica, puri viaggi mentali di uno scapestrato” è come si autodefinisce l’artista romano, mettendo da parte contestazione, odio sociale e dall’altra parte gli stereotipi gangsta che caratterizzano molti colleghi mc, pur provenendo dal Trullo, nota periferia romana ad edilizia intensiva.

Grazie ad Eminem si è avvicinato alla cultura hip hop, anche se fu la passione per i graffiti a far nascere Debbit.

Il nome Debbit, infatti, nasce da un semplice accostamento grafico delle lettere che compongono la parola. Con la sua calligrafia si trovavano benissimo in quella precisa successione e così nacque il nome Debbit, senza riferimenti ai debiti, al beat (The beat) o al Rabbit protagonista di 8 Mile. Il freestyle è uno dei suoi must. Debbit racconta di fare freestyle come un bodybuilder si esercita con i pesi, quotidianamente, meticolosamente, con una cura maniacale. Ritiene che chi sa fare freestyle ha un vantaggio notevole nella musica: se uno riesce ad agganciare il flow giusto, la metrica o la rima giusta improvvisando le potenzialità che può avere nello scrivere testi sono illimitate.

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