“Eclectic Funk Machine & Street Marching Brass Band from Italy with Groove”: così si definisce questo scatenato ensemble di quindici messaggeri di musica nuova e coinvolgente.
Nei decenni dell’ascesa inarrestabile del Pop, qualcosa di multiforme e spumeggiante sconvolge le strade italiane (e non solo), dove la P-Funking Band è solita emanare il proprio sound. Qualcosa che sa di jazz, di soul, di dance, ma anche di hip hop, rythm’n’blues e funk; il tutto, rivisitato in una miscela esplosiva marching.
Il progetto nasce, sei anni or sono, nella realtà burgensis perugina, e riesce a conciliare artisti diversi per carattere e background artistico. Tutti accomunati da due elementi imprescindibili per la resa di un prodotto musicale e umano esemplare: l’amore per le sfaccettature della musica e, l’amicizia. Un ritmo travolgente, irresistibile per il suo groove allegro e sperimentale, che non può non trascinare chi si lascia scaldare da questo suono forte e colorato.
In occasione dell’uscita dell’album d’esordio, 1D22, un ricco collage di brani inediti e pezzi più rinomati della band, che vede la collaborazione del rapper inglese Lee N, di Monica Hill e di Andrea Giuffredi (già prima tromba dell’ensemble di Ennio Morricone), disponibile dal 30 novembre 2012, AHM ha avuto il piacere di intervistare l’energica band.
– Il vostro sound è davvero composito: qual è la ricetta giusta per miscelare suoni così vari e diversi per estrazione, in un ritmo trascinante come il vostro?
“Il segreto è cercare e ascoltare musica sempre nuova, per avere le orecchie in continuo allenamento e il cervello in continuo movimento. Di questo ce ne occupiamo un po’ tutti, anche grazie al fatto che ognuno di noi ha un proprio specifico background artistico. Il ritmo trascinante è il risultato della nostra voglia di suonare insieme e di stare insieme: siamo prima di tutto una band di amici.”
– Qual è l’elemento imprescindibile per la resa del vostro groove?
“Non cercare mai di forzare i pezzi che prepariamo, per farli risultare proprio come li immaginiamo prima di metterci a suonare: lasciarli sviluppare naturalmente attraverso le prove, farli levigare dal cuore e dal pensiero di ognuno della band.”
– Senza dubbio, è difficile conciliare quindici menti musicali: in che modo riuscite a trovare la giusta armonia? Cosa spinge variegate intelligenze a voler collaborare?
“Innanzitutto, la grande voglia di divertirsi, con i continui scherzi, battute, risate, sfottò che ci sono in ogni vero gruppo di amici. Poi, ci vuole anche la motivazione: sicuramente, per noi, è costituita principalmente dalla ricera e dalla sperimentazione, che da sempre ci contraddistinguono. In sostanza, la voglia di cimentarsi sempre su cose nuove e originali.”
– Dagli anni ’40 in poi, la musica ha subito un epico percorso di trasformazione, contaminandosi, arricchendosi, ma anche, alle volte, corrompendosi: qual è il messaggio che vorreste vincolare attraverso la vostra musica?
“…Continuare a far musica in ogni maniera possibile! Vorremmo incoraggiare chi ci segue o chi è titubante, vista la situazione economica attuale o le sconosciute migliaia di leggi che regolano il mondo della musica; vorremmo che ci provassero in ogni maniera e che non si scoraggiassero. Oggi come oggi è molto più difficile di cinquant’anni fa (ma anche di ven’anni fa) far conoscere un proprio progetto musicale suonando in giro; ma, proprio per questo, vorremmo incoraggiare il più possibile chi vorrebbe creare un progetto e fare musica propria.”
– Qual è la sensazione principale che volete trasmettere ai vostri ascoltatori?
“Vogliamo far ballare i nostri ascoltatori, vogliamo che con la nostra musica la gente si diverta e si lasci andare. Anche sulle strade, dove spesso suoniamo, che non sono gli spazi più comuni dove far ballare le persone!”
– Un vostro sogno (musicale) nel cassetto.
“Beh, ci piacerebbe suonare l’Inno di Mameli prima di una finale dei Mondiali di calcio con gli Azzurri in campo… Ovviamente, la nostra versione!”
– Cosa traete dal suonare insieme, per la vita di tutti i giorni?
“È esattamente come ricaricare un telefonino, o un computer: la prova settimanale, o il concerto, ci danno quell’energia che ci serve ad arrivare all’appuntamento successivo pieni di vitalità. È una dipendenza, forse; ma di quelle che non fanno male!“
Insomma, se volete passeggiare per le strade con un sorriso allegro sulle labbra, non perdete tempo, e lasciatevi travolgere da quest’onda di sperimentale innovazione!
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